Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Le feste di San Giovanili
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      il fucile di venti libbre, la giubba con una pistagna alta sei dita, che fu paragonata a un mattone per coltello, la giberna e la baionetta a tracolla incrociate, contavano anche i minuti per arrivar più presto alla fine di quella gazzarra che gli altri si godevano, non restando a loro che a far come i topi degli speziali ; poiché i soldatoni avevano il dolce incarico di stare schierati lungo le sponde, per impedire che la gente vi si affollasse e togliesse la visuale, e, al tempo stesso, perchè non accadessero disgrazie ai curiosi se si affacciavano alle spallette col rischio di sentirsi avvampar la faccia dalle fiaccole delle padelle.
      Il Granduca e la Corte andavano a vedere i fuochi al Casino de' Nobili presso Santa Trinità, in un palco appositamente eretto fuori delle finestre terrene, occupando più della metà del Lungarno e producendo uno strettoio tale, che la gente s' ammazzava per passare, facendo sudar sangue a quei disgraziati granatieri, che stavano attorno al palco a far da muraglia e da ornamento. Quando tornavano alla caserma, eran j:>iù morti che vivi !
      Al Ponte Santa Trinità c' era un segno bianco per indicare che nessuna barca potesse oltrepassare quel limite durante i fuochi, per goder l'effetto dei quali la folla dei contadini che non avevano assistito alla corsa de'cocchi, si pigiavano fin dalle due dopo mezzogiorno sul Ponte Santa Trinità e nel Lungarno, stando a cuocere a quel sole scottante, capace di far morire tutti d'un accidente, fuorché, a quanto pareva, quei villani. Il bello si era però che a cotesta povera gente, toccava, secondo il solito, a scappare, allorché il Granduca si recava al Casino de' Nobili un quarto prima delle nove ; perchè il drappello dei dragoni sgombrava di carriera il ponte, affinchè le carrozze potessero passare liberamente. Bisognava vedere la confusione di quel momento ; sentire gli urli delle donne, le grida di chi si perdeva e non trovava più coloro coi quali erano insieme, per farsi un'idea di ciò che dev'esser l'inferno nei giorni di maggiore affluenza !


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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