Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze \~ecchiatanti pretesti per prendersi giuoco dei montagnoli e dei contadini, che venivano a veder la colombina. Ed avevano il coraggio, dopo aver fatte chi sa quante miglia a piedi, di mettersi ritti impalati in chiesa o in piazza, fino dalle otto, pigiati, sospinti e rigirati in mille modi dalla folla, che passava, andava e veniva a ondate facendo dei mulinelli, dei vortici da soffocare, separando le figliuole dalle mamme, che si chiamavano poi ad alta voce come se fossero in cima a un poggio ; e provocando delle risa sguaiate. I più scapestrati si divertivano a divider quelle disgra-«s* ziate, spingendo i poveri villani, vittime sem-
      pre di quelli scherzi.
      Ma la burla più feroce era quella della cuci-i- tura, che si rinnovava nelle Novene di Ceppo 'È e °§"ni qualvolta nelle chiese v'era concorsodi molte persone di sesso diverso. Certi monelli, sbarazzini finche si può dire, sgattaiola-
      vano fra la gente, e d'accordo coi grandi che Donna dei contado li paravano e all'occorrenza difendevano, nel momento della colombina, mentre tutti quei tarpani stavano a bocca ajDerta a vedere se andava bene, se strisciava lesta senz'inciampi, per trarne il prognostico, lesti lesti e con una leggerezza meravigliosa, profittando dello sbalordimento g-enerale prodotto dallo scampanìo della chiesa, dal frastuono di tutte le campane della città e dal fracasso assordante dei fuochi, cucivano insieme con del refe fortissimo sette o otto tra uomini e donne. Quand'era finito lo « scoppio del carro » e che tanti poveretti volevano uscir eli chiesa per andare a rivederlo al Canto de' Pazzi, trovandosi cuciti a quel modo, nò potendosi muovere, facevan rider tutti, per trovarsi imbrogliati nè sapendo come fare a scucirsi.
      E di questi gruppi ce ne erano assai, ed era curiosissimo l'effetto, perchè più qua e più là per la vasta chiesa dal movimento della g'ente si indovinavano ridere, dallo sghignazzare, e dal piagnucoloso rammaricarsi delle vittime ed il


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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