Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Bagni, e Teatri
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      demia « degli Immobili » scritturava i cantanti più rinomati che vi fossero a quei tempi ; e spesso vi cantavano coloro che ebbero i loro primi applausi all'Alfieri, divenuti artisti provetti.
      Alla Pergola si rappresentavano i migliori lavori dei maestri più celebri, e le prime rappresentanze d'ogni opera erano uno spettacolo straordinario per l'addobbo per la ricchezza dello scenario e per l'intervento della Corte. Sembravan tante serate di gala.
      Se nel carnevale si davano le opere dei più celebri maestri, nell'autunno e in quaresima, poiché la Pergola ara l'unico teatro che potesse stare aperto di quaresima, si davano le opere nuove e spesso anche troppo adattate a quelle sei settimane di penitenza, sebbene vi prendessero sempre parte artisti di cartello.
      ila era anche da ammirarsi la modestia del maestro ; poiché il suo nome nel libretto, bisognava andare a cercarlo col fuscellino, non essendo messo mai sulla copertina o sul frontispizio, ma sivvero dopo i personaggi e anche dopo il coro. C' era scritto semplicemente : « La musica è del signor Maestro tal dei tali. »
      Nella « Didone » melodramma per musica del maestro Ferdinando Paer vi cantò la prima volta che fu rappresentata, cioè nel 1817, il signor Amerigo Sbigoli, nientemeno che « Accademico filarmonico di Bologna, » nella parte di Enea; e in quella di Jarba re dei Mori il sor Pietro Bolognesi ; la parte di Didone la faceva la signora Fanny Ecckerlin.
      In quella primavera fu anche dato un ballo pantomimo (!) intitolato « Armida e Rinaldo » comjjosto dal signor Antonio Landini, il quale ne spiegava in poche righe al « j:>ub-blico rispettabile » il soggetto, e lo avvertiva che essendo necessario fra l'atto quarto e quinto un intervallo, uscendo dal tema del Tasso, aveva stimato bene di aggiunger di suo « l'episodio di due ninfe che tentano di sedurre Carlo e Ubaldo, per far comodo al preparativo della decorazione » e, nel tempo stesso, per non render conto a Dio dell'ozio!


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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