Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze Jrecc//iamente da quelli di Santa Maria Xuova chiamati gli Spedalini, una ne facevano e una ne pensavano. Burle tremende, scherzi sguaiati da far perdere la pazienza a Giobbe, tumulti effimeri tanto per fare accorrere i birri e i soldati e farli rimaner con un palmo di naso, eran le cose più usuali che ogni sera bisognava aspettarsi da loro. Per esempio, stabilivano di non lasciar rappresentare la commedia e vi riuscivano, cominciando appena alzato il sipario, ad applaudire fragorosamente l'attore, chiunque si fosse, anche un servo, alla prima parola. E così a tutti gli altri, con un baccano, con un frastuono indiavolato.
      Se i birri e le maschere intervenivano e ammonivano i più rumorosi, questi rispondevano con l'aria più ingenua possibile :
      — D' altronde mi piace ! parla tanto bene ; è così bravo! —
      I birri non sapevan che rispondere ; ed eran costretti ad andarsene.
      Ma la sera dopo eran fischi sicuri; e allora dicevano: — Se applaudire non si può, proviamo a fischiare. —
      Ma tutto ciò era usuale, comune. C'eran poi le serate più terribili, nelle quali le burle e gli scherzi finivano come le nozze di Pulcinella !
      Era i teatri di prosa, il primo posto lo teneva quello del Cocomero oggi « Xiccolini » dove, non si scritturavano che le primarie compagnie.
      Era il teatro aristocratico della prosa : vi andava spesso la Corte, e seralmente i signori e la nobiltà. La storia del teatro del Cocomero si compone dei più bei nomi dell'arte: vi recitò la Pclzet, la Internari, il Gattinelli, il Pezzana ed il Modena, che formarono così la tradizione che fu via via mantenuta per molto tempo fino agli artisti piìi celebri dei nostri tempi.
      La Pergola, nome di fama ormai mondiale, era frequentato quasi soltanto dai nobili e dai più ricchi forestieri che fossero in Firenze. Pareva d'andare in Duomo.... e quando c' era la Corte non si sentiva volare una mosca. L'Acca-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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