Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      1 ',ita fiorentina
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      il ponte alla Carraia in uno di essi, che gli andò incontro per chiedergli l'elemosina. Mentre il Marchese metteva mano a tasca e stava per dargli un paolo, poiché egli non dava mai di meno, si fecero addosso al povero due birri tutti inferociti per arrestarlo. Al marchese Torrigiani andò il sangue alla testa ; ma per un poco si contenne, dicendo ai birri con gli occhi un po'sgranati: — Che cosa entrate voi nei miei interessi ? Io pago quest' uomo che mi ha fatto un servizio, e andatevene! — Siccome però i birri non lasciavano il povero, il marchese Pietro venendo a più mite consiglio, li bastonò tutt'e due di santa ragione, e disse loro: — Andate a dire a Sua Altezza che ve le ha date il marchese Torrigiani ! — Poi diede il paolo al povero che se la svignò più presto dei birri, che furon fischiati dalla gente accorsa a quel lazzo, inseguendoli con 1' epiteto di biacchi del boia come li chiamava il popolo per dispregio.
      Dopo questa lezione, il signor Ciantelli mitigò il rigore, per paura che se il sistema del marchese Torrigiani avesse preso piede, un giorno o l'altro bastonavano anche lui. E sarebbe stata una manna!
      La vita fiorentina di quei tempi era così ristretta, che ogni cosa da poco prendeva l'importanza d'un avvenimento. Lo provò il fatto quando nel 9 aprile 1827 il Magistrato della città accordò al canonico Gaetano Caprara di poter collocare nella casa di sua proprietà, posta in Via della Scala, il busto « in rilievo » rappresentante il beato Ippolito Galantini che in quella casa abitò e vi morì.
      Quando il canonico Caprara fece mettere il busto a posto, pareva che avesse rivoltato il mondo. Tutti accorsero in Via della Scala ad ammirare, a guardare, a perdersi in mille chiacchiere, quasi che si fosse trattato del più grande uomo della terra o della cosa più straordinaria. E questo seguiva anche per fatti di minore importanza. Basterà rammentare il buzzurro eli Piazza Pitti - che stava a far le ballotte, le bruciate e la pattona, dove ora è il tabaccaio - il quale tornando nel 1830 a Firenze, portò la novità del cacio


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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