Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      -pied'arni, e dopo due rulli di tamburi facevano il saluto colla mano sinistra ; al terzo rullo dictr'front e posavano i fucili.
      In moltissime case, se non in tutte, si diceva il Rosario e quindi, nell'inverno, si faceva veglia lavorando. I pigionali d'uno stesso casamento per risparmiare il lume e al tempo stesso per farsi compagnia, e dir male del prossimo, si riunivano da un di loro. Quando poi tornavano « gli uomini » allora ognuno se ne andava a casa sua e cenava tranquillamente.... se in famiglia non c'eran questioni, che generalmente, pareva impossibile, si serbavan sempre a tavola.
      La festa si desinava alle due, e dopo la girata, le donne coi bambini andavano in qualche chiesa alla benedizione, verso le ventiquattro, oppure alla Madonna delle Grazie, quel chiesino a piè del ponte, di faccia a Via de' Benci che oggi non esiste più, dopo che il ponte alle Grazie è stato completamente rifatto. La sacra immagine però è stata trasportata in una piccola Cappella del Lungarno lì prossimo. Sulle pile del ponte, v' erano delle casupole ; in una di quelle nacque il poeta Benedetto Menzini e in un'altra il pittore Gaetano Bianchi, restauratore d'affreschi. Dopo cena si giuocava a tombola e si facevan le bruciate se non le portava il damo alla dama, che ne faceva parte a tutti. L'estate poi la passeggiata o le scampagnate eran lungo il Mugnone sugli argini, dove spesso alcune comitive andavano a far merenda; in Boboli, o nel Giardino de'Semplici, o al Poggio Imperiale.
      I « lavoranti, » quelli che oggi si chiamano operai, da novembre a quaresima vegliavano nelle botteghe fino alle otto. Anticamente, appunto nella stagione d'inverno, giravano per le strade col carretto una quantità di venditori di peperoni e di lupini nelle zangole, che misuravan col romaiolo di legno. E quando quelli delle botteghe che erano a veglia, sentivan gridare : — I' ho' peperoni ! Salati, ma boni ! — uscivan fuori a comprarli e mangiando i lupini trovavan più presto 1' ora di far festa. E anche dalle case uscivan fuori le donnicciuole a comprare i peperoni, i ramolacci della Font'all'erta - tra San Gervasio e San Domenico di Fiesole -


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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