Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      La nuova Granduchessa
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      berretto, preceduti da sei mazzieri vestiti di rosso col ferraiolo bianco, facciole e calze bianche, e le scarpe nere con la rosa bianca e rossa; si riunirono come di consueto nelle stanze del Bigallo. Quindi insieme alle altre magistrature si recarono in Duomo, in attesa dei Sovrani e della Corte. Già le dame della nobiltà in abito di gala « col manto » avevan preso il loro posto; e i ministri esteri e le cariche, a mano a mano che arrivavano, venivano dai cerimonieri condotti negli spazi loro assegnati.
      I granatieri, col morione, pantaloni bianchi e ghette nere, facevano il servizio di chiesa, dalla porta grande lungo tutta la navata di mezzo, fino all'aitar maggiore.
      Oltre cento lumiere pendevano dal soffitto del maestoso tempio, ai finestroni del quale erano state tirate le tende di filaticcio di color verde cupo, per diffondere sotto le ampie e severe vòlte quelle mistiche tenebre che dando maggior risaltò alle migliaia delle candele accese, producevano un effetto artisticamente meraviglioso.
      Un mormorio d'ammirazione sorse all'apparire della granduchessa Maria Antonia in tutto lo splendore della sua giovanile ed opulenta bellezza, e della maestà del suo grado. Ala al solito, come segue in Firenze di tutte le cose anche le più belle, si volle trovare da ridire : ad alcuni parve un po' piccola, ad altri troppo pingue e a chi tòzza, a chi ordinaria, a chi superba e via dicendo. Ma in generale, specialmente alle donne, e questo è da tenersi in gran conto, piacque straordinariamente e fu ammirata e lodata anche più del dovere.
      La sera alle otto e tre quarti fu fatta all'augusta Sovrana la presentazione del corpo diplomatico in grande uniforme, e fu trattenuto a circolo per oltre un'ora.
      Per ventiquattr' ore gli sposi ebbero un altro riposo, per ricominciare la sera dopo col pranzo d' etichetta nella Sala delle Nicchie, in abito di gala e le signore col manto.
      Come a Dio piacque, fino al giorno, di San Giovanni i Sovrani, salvo il solito supplizio dei ricevimenti, delle pre-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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