Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Il matrimonio del Granduca 22 XEra stata ridotta la piazza a vago anfiteatro, ed i palchi ornati di statue, vasi e trionfi militari tutti dipinti « in elegante forma, che appagava l'occhio del pubblico spettatore. » Tra le due guglie erano state erette due gallerie « che ripiene vennero di scelte persone. »
      Nel centro poi di queste gallerie, ripiene cosi sceltamente, sorgeva un vago tempio alla chinese, ove furono riunite le bande musicali delle truppe austriache e toscane, « che a vicenda echeggiar facevano l'arie di galanti sinfonie. »
      La sera alle otto, continuando sempre la gala, andarono i reali sposi e tutti gli altri principi al teatro della Pergola, dove furono accolti « dalla numerosa udienza, con triplici battiti di mano » ciò che venne replicato anche alla loro partenza.
      Furono anche lì serviti copiosi gelati ai forestieri presentati, ed alle persone che godevano l'onore dell' anticamera. Due guardie del Corpo a vicenda « furono postate » nell' interno della loggia reale presso il caminetto.
      Tutto il teatro era sfarzosamente illuminato; «il che faceva risaltare il brillante vestiario in gala delle persone congregate nei così detti palchetti e nella platea. »
      La sera del seguente dì 8 maggio, alle otto, i sovrani « con le persone del loro seguito nobile » andarono in treno a pariglia, al Casino di San Marco, o della Livia, dove cenarono, e verso le dieci si recarono all'Accademia delle Belle Arti, alla festa di ballo data in loro onore « dalla Comunità » di Firenze nelle stanze dette del Buon Umore.
      Una tale festa era stata annunziata dal Gonfaloniere della città con pubblica notificazione, dove si annunziava che le persone alle quali sarebbe stato concesso il biglietto per quella festa potevano intervenirvi gli uomini, in abito da maschera o in flacqit abillic (sic) ed in abito tondo da ballo le dame. Tutte cose - compresi gli spropositi - che potevano esser dette nel biglietto d'invito.
      Te strade principali che conducevano alla piazza di San Marco furono illuminate; ma più vaga vista la faceva « la


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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