Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze J recchiaed all' altra per « la nobiltà e cittadinanza » nelle stanze del Buon umore, annesse all'Accademia delle Belle Arti.
      La festa popolare sotto gli Uffizi ebbe principio con l'inalzamento d' un globo aereostatico, e fuochi d'artifizio, che furono « secondati da altri graziosi scherzi di simile genere eseguiti sulla Piazza della Signoria. » Tutto il porticato del Vasari era illuminato « con fiaccole all'inglese » e l'architettura del cornicione « faceva vaga pompa con ricercata illuminazione a piccole padelle. »
      In quattro sale interne degli Uffizi, riccamente parate, venivano ammesse a ballare le persone decentemente vestite ed in maschera. Xel mezzo del piazzale erano state collocate due orchestre, che alternativamente facevan ballare il pubblico fatto contento « rallegrandosi col ballo e con i lieti Viva che facevano eco alla riconoscenza » verso il munificente sovrano che in quella lieta circostanza aveva ordinate grandi distribuzioni di pane, « collazioni eli doti, assegnazioni di letti, carne agli infermi, e una larga restituzione di pegni. » Una carità veramente ben intesa, meglio che destinar somme, sia pure ragguardevoli e che spesso non raggiungono lo scopo : poiché, per il solito, i sussidii in danaro vanno sempre a quella specie d'abbonati alla beneficenza pubblica, e non son mai dati con giusto criterio alle persone veramente bisognose, vittime di una occulta e più tremenda miseria, che contrasta con la vergogna della povertà e col pudore di farla palese.
      Il sovrano ed i principi, appena sccsi all'ingresso degli Uffizi, percorsero per due volte in mezzo al popolo affollato, tutto il loggiato, e si trattennero anche nelle sale dove ballavano le maschere e le persone più pulite, con pieno contento dei principi « per la docilità dei sudditi, che pieni di venerazione ai loro sovrani non fecero nascere nessuno sconcerto. »
      Ed era naturale, dappoiché si vedevan trattati con tanta spontanea confidenza.
      Trattenutisi oltre un'ora in mezzo a quell' « innumerabile concorso popolare » i sovrani ed il seguito si recarono al Palazzo della Crocetta alla cena data a loro contemplazione


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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