Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze Vecchia
      E daccapo « si ingiunse » al gonfaloniere ed ai sette soggetti di presentarsi al generale Gobert per dimostrare al solito anche a lui le circostanze luttuose della città, gli aggravi da essa sofferti nel corso di pochi anni, ed insistere per la diminuzione della imposizione.
      Finalmente, dopo tante umiliazioni e preg'hiere, a chi veniva ad invader di nuovo il paese, la contribuzione fu ridotta a un milione e centomila franchi « con la condizione però che per garanzia dell' esito di tale imposta venisse effettuato un deposito in gioie, per la somma di trecentocinquantamila franchi. » Varii gioiellieri si prestarono a fare il detto deposito, « con le debite solennità » con la condizione però che per la garanzia dei loro depositi oltre all' obbligazione dei beni della Comunità, fossero ipotecati tutti gli effetti e i beni della R. Corona. » Ma il Magistrato non essendo autorizzato « a procedere, al passo doloroso » della ipoteca-zione dei beni della corona, rappresentarono al generale Du-pont che gli piacesse di farglielo accordare per poterlo portare alla debita esecuzione.
      Mentre il Comune imponeva le quote dell'imposizione ai cittadini indicati nell' elenco dei facoltosi - come per ironia si seguitava a chiamarli, - molti di essi badavano a tempestar di domande il Magistrato per essere esonerati da un aggravio che non potevano affatto sopportare.
      Ala il generale Dupont chiedeva alla Comunità la nota dei contribuenti tassati con l'intimazione ai morosi dell' arresto e dell' esecuzione militare. Questa terribile minaccia, fu poi commutata nella contribuzione doppia !
      Come Dio volle, il milione e i centomila franchi furon raccolti ; ma « per le laboriose operazioni » ci vollero dodici donzelli che furono impiegati in tutte le ore, anche non compatibili, e perfino di notte; e fecero un così attivo servizio, che il Magistrato nel dì 11 novembre 1800 stanziò a loro favore centoventi zecchini. Ala il Comune ebbe a spendere anche quarantanove scudi per far trasportar i denari raccolti « alle case di abitazione del commissario di guerra e del tesoriere


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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