Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze l'ecciti asi rifugiavano più per aver da mangiare e non far nulla, che per sentimento religioso, (ili scandali dei conventi però, dove formicolavano tante ciondolone senza voglia di lavorare, furono enormi ; ed è meglio non parlarne !
      La Toscana, o diciamo anche 1' Etruria, andava a rifascio ; ed a questo contribuiva grandemente la salute del re, il quale, essendo epilettico non poteva occuparsi degli affari di Stato. Cosicché il vero re d'Etruria, era... la regina, la quale si intrometteva in tutte le faccende anche più importanti, e comandava a bacchetta. « Ella era vana e presuntuosa di spirito, di modi imperativi e prepotenti; i pregiudizi delle donne plebee si accoppiavano in lei coi difetti delle più orgogliose principesse. » Di qui facile il credere, che essa esercitasse sempre « amplissimo predominio sull'animo del debole marito; » il quale non soddisfatto di non contar quasi nulla di fronte alla moglie, volle anche attestarlo pubblicamente con uno speciale motuproprio, chiamandola con quello « a parte dell' autorità sovrana » poiché il re stesso dichiarava, e quando lo dice lui bisogna crederci, essere ella dotata di rari meriti personali !
      Ci si ritrova proprio il giullare che faceva le capriole dinanzi a Napoleone, e pretendeva d'insegnare, ai generali del suo stato maggiore, a cantare il Tantum ergo!
      Per dir la verità, a mandarci Lodovico, il Console ci fece un bel servizio ! E vero però che non era il primo, e pur troppo non fu l'ultimo!...
      Il maggior tracollo della poca popolarità del governo di Lodovico Borbone fu dunque l'assoluta padronanza dello stato che prese la regina Maria Luisa. Essa, sedotta nel suo volgare orgoglio dalla simulata cupidigia « di cortigiani e di cortigiane indegnissime » concesse il suo particolare favore al conte Odoardo Salvatico di Parma e alle sorelle Paglicci « tra i bassi intriganti spregevoli. » Del Salvatico basta questo ritratto: « Senza essere egli di cattivo cuore, era ignorante e da nulla; si lasciava condurre dai frati e dal Nunzio. Il rovesciamento d'ogni buon ordine, la total rovina


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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