Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze l'cechiae per i furti e saccheggi ed altre infinite ribalderie fatte in nome di Maria Santissima e di San Donato, aveva dato luogo ad infinite lagnanze, che eran giunte anche a Vienna, così il Granduca, per mezzo del suo segretario Luigi Bar-tolini. fece rimettere ai deputati d'Arezzo un dispaccio che cantava molto chiaro.
      Quel dispaccio, dopo i soliti complimenti d'uso circa « l'ammirazione, la gratitudine ed il plauso di S. A. per il coraggio fermezza e fedeltà di tutto quel popolo toscano » cioè aretino « che il signor Gamurrini aveva l'onore di rappresentare e che con l'assistenza di Dio e di Maria Santissima » che non ci pensavan nemmeno « aveva diminuite le disgrazie cui soggiaceva il granducato, » conteneva altresì l'esplicito volere della prefata A. S. la quale non ammetteva nessuna distinzione e separazione, dovendo tutti i toscani essere uniti e sotto di lui.
      Per dorare poi la pillola, si diceva che S. A. aveva presentato al suo imperiale fratello il signor Gamurrini, il quale era stato fatto conoscere a tutta la reale famiglia.
      Il governo provvisorio d'Arezzo fu costretto a fare buon viso a mala fortuna ; ed il 5 di settembre mandò fuori un avviso col quale annunziava che i felicissimi Stati di S. A. il granduca Ferdinando III erano stati liberati « dall'oppressione dell'usurpato governo francese » e che « le gloriose vittorie deg"li invitti eserciti imperiali e gli intrepidi sforzi delle combinate armi austro-aretine-russe » li avevano assicurati da ulteriori invasioni.
      Dopo questa fanfaronata, il governo provvisorio veniva a dire che S. A. pulitamente e bene « per il canale dell' inclito Senato fiorentino » gli aveva fatto sapere che i componenti quel governo se ne potevano tornare a casa « e che dovessero cessare tutte le misure provvisorie state prese, ripristinando tutto l'antico sistema politico ed economico. »
      Cessato così il potere di quei governanti, celebrarono il termine della loro esistenza con una solenne funzione nel Duomo di Arezzo, cantando un Te Denm solennissimo !


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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