Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze J'ecclliainvasa una parte considerabile della Toscana, nel mentre che l'armata francese era chiamata momentaneamente a combattere altrove la causa generale della libertà d'Italia. »
      La disinvoltura del Commissario francese è stupenda. Per non dire che le truppe del suo paese andavano a soccorrere le altre, che ne avevan già toccate alla Trebbia, diceva, con faccia tosta, che andavano altrove a combatter per la libertà d'Italia!...
      Tn conclusione, il signor Reinhard, nella sua sconfinata bontà, decretava che tutti i cittadini che avevan servito il loro paese « o la causa della libertà » si riunissero in Livorno dove per somma grazia sarebbero considerati come facienti parte del battaglione toscano.
      I nobili e i preti della Toscana erano chiamati nientemeno responsabili di tutti coloro che venissero « assassinati, arrestati e perseguitati sotto pretesto d'attaccamento ai francesi e ai loro principii. » E per maggiore consolazione di quelli che avessero delle ideacce contro i preziosi amici che mo-montaneamente s'allontanavano per la libertà d'Italia, il compitissimo signor Reinhard ammoniva i pacifici e buoni fiorentini, che gli ostaggi stati condotti in Francia risponderebbero testa per testa delle uccisioni o degli affronti che fossero commessi in Toscana contro i patriotti.
      Quest'ultima ordinanza, altezzosa e provocante, fini di esasperare gli animi, e ci volle tutta la prudenza e l'ascendente dell'arcivescovo Martini, per impedire che la popolazione si sollevasse e trasmodasse contro i fautori di così prepotenti e sfacciati amici, i quali si comportavano molto peggio che nemici. Se almeno avessero avuto la lealtà e la franchezza di mostrarsi per quello che erano, ognuno forse si sarebbe regolato: ma venire come liberatori non cercati, e proclamare poi negli editti che i toscani erano sottomessi alla Francia dal diritto della guerra era una tale insultante provocazione, che ogni popolo, anche dolce e pacifico come era stato dipinto nei precedenti proclami il popolo toscano, se ne sarebbe giustamente offeso.


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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