Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quinto.
      5 il)
      sibile pretesto, Ezzelino disseppelliva un numero d'infelici, gli faceva coprire d' una veste nera, e gli menava a guastare nella pubblica piazza. Le spio di continuo denunziavano, gli sgherri mettevano le mani addosso ai pacifici cittadini, gli atroci strumenti della tortura non restavano un solo giorno, i carnefici non avevano posa ; intere famiglie erano così distrutte, le loro case sfasciate, gli averi confiscati. Gli stessi più ardenti fautori del tiranno non campavano dalla sua fredda ira ferina. Viveva solingo, sdegnoso d'ogni diletto, insensibile alle gentili passioni, spregiatore delle donnesche malìe; e non ostante che fosse piccolo della persona, e macero da' continui travagli, e giunto al verno degli anni, i più franchi ed intrepidi non potevano sostenere i lampi de'suoi occhi di tigre, e raccapricciavano e tremavano dal capo alle piante. Immischia-vasi nelle faccende d'ogni cittadino, ficcava gli sguardi ne'più arcani secreti delle famiglie; niuno poteva muovere passo senza avere ottenuto lo assenso da lui. Chi aveva la sventura di spiacergli in qualunque modo si fosse, tenevasi per ispac-ciato. Un solo fatto serva a chiarire ciò che, seguendo gli scrittori di quel tempo — e taluni sono a lui indulgenti e lo commendano—ho affermato. Una donna della famigliaDalesmanini, la quale era reputata la più benevola e ardente fautrice che Ezzelino avesse in tutta la Marca, aveva in Cremona sposato un gentiluomo amico del conte di San Bonifacio. Forse la famiglia non ne sapeva nulla quantunque la donna fosse libera d' ogni vincolo e amasse di passare a seconde nozze.- E nondimeno il tiranno se ne tenne talmente offeso che fece prendere tutti i Dalesmanini e comandò al potestà di punirli. Quantunque il potestà fosse loro cognato, o stretto con altro simigliarne vincolo di parentela, cieco esecutore de'comandamenti del proprio signore, fece mozzare il capo al più giovane e meno reputato de'fratelli. Ma vedendo che il popolo, comecché inorridito a tanta crudeltà, non si mosse a difendere quell'innocente, tutti i Dalesmanini furono trascinati in piazza e decapitati.
      Ezzelino aveva occhio acutissimo e mirabilmente esperto a leggere nelle ime latebre d'ogni cuore. Nello scegliere i suoi ministri non giudicava dalle azioni della vita trascorsa, ma ne


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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