Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quinto.
      5 il)
      avesse scrino allo imperatore, il quale o si sarebbe presentatalo da sé, o avrebbe fatta sapere la volontà sua ai suoi legati. Non voleva cedere Innocenzo; ma, chiedenti gli oratori de're di Francia e d'Inghilterra, si lasciò piegare, e promise d' attendere fino al dì 17 di luglio; nel tempo stesso scriveva allo arcivescovo di Magonza bandisse per tutta Germania la crociata contro lo scomunicato e deposto imperatore.
      Federigo o che sapesse anche ciò, o che il procedimento delle due prime sessioni del concilio non gli promettesse nulla di vantaggioso per la propria dignità e per la pace col papa, non si mosse da Torino, e mandò altri suoi legati, e massime Pietro delle Vigne, perchè provvedessero. II dì 17 non erano ancora giunti a Lione. Il papa aprì- la terza adunanza. Taddeo di Sessa protestò vigorosamente di non riconoscere la sentenza profferita in un consesso, al quale era intervenuto si piccolo numero di vescovi e pochissimi ambasciatori di sovrani, in un consesso manifestamente schiavo de'voleri d'un solo uomo, e però se ne appellava al futuro pontefice o ad altro concilio. II papa concitato e fremente gì' impose silenzio, e dopo d'avere con brevi parole respinte, non confutate, le ragioni di Federigo, pronuncia la tremenda sentenza, con la quale lo dichiara scomunicato, indegno di regnare, e quinci innanzi non più imperatore nè re ; scioglie i sudditi del giuramento di fedeltà, inibisce a chiunque di prestargli obbedienza o consiglio, o ajuto, sotto pena d'incorrere nell'anatema. E termina esortando gli elettori ad eleggere un altro imperatore; in quanto al regno di Sicilia come feudo della chiesa romana, provvederebbe il capo della Chiesa.1
      XLV. Questa sentenza profferita dal papa con tale voce che colpì di stupore e d' orrore tutti gli astanti, ' infiammò d'ira immensa 1' animo di Federigo. Raccontano che fu quasi per diventare frenetico. Adesso non era più il papa che di sua volontà lo colpiva coi fulmini della Chiesa, era il vicario dì Cristo che in pieno consesso de' Padri del mondo cristiano —
      1 Raynaldus, ad ann. 1245.
      3 ù Cum rircumstantium stupore et horrore terribili ter fulgui-avit (tcn-lenliam). — Ad instar coruscantis fulguris (nerba pontificis) non mediocri» ter timorem omnibus incusscrunt. » Mat. Paris.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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