Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      in un torrente d'accuse contro Federigo. Questi, pochi giorni innanzi, in una dieta tenuta in Verona, alla quale era intervenuto anche lo imperatore di Costantinopoli, aveva deliberato, perchè lo difendessero, di spedire ambasciatori al concilio ; e l'arduo ufficio era stato dato a Taddeo di Sessa e ad altri esperti giureconsulti. Per la qual cosa come Innocenzo finì di parlare, Taddeo alzossi, e con singolare eloquenza ed insigne animo cominciò a confutare capo per capo le colpe dal papa apposte allo imperatore, dicendolo pronto, appena si fosse riconciliato col capo della Chiesa, a porre la vita, i tesori e le forze de' suoi stati nella impresa contro gì' infedeli.
      Sette giorni dopo ebbe luogo la seconda adunanza, nella quale il papa rinnovò più minutamente le accuse contro Federigo, chiamandolo sola e precipua cagione di tutti i mali che travagliavano la Chiesa e 1' Europa. La commedia questa volta era concertata con maggiore artificio. Come il papa si tacque e si assise singhiozzando sì che ne rimasero commossi gli astanti, sorse il vescovo di Catania, e raccontò la vita del proprio signore — al quale si era già ribellato, ed era perciò stato costretto ad abbandonare la propria sede — con nuove fandonie mescolando tutte le turpitudini che da parecchi anni venivano già in ogni dove sparse dai guelfi. Lo secondò con pari bravura l'arcivescovo di Tarragona, mentre quello diCompo-stella a nome di tutto il clero di Spagna esortava Innocenzo a chiudere il cuore alla misericordia, e sterminare il perverso.
      Al pontefice, Taddeo di Sessa rispose riverente ma con chiari e vigorosi sensi, a'fatti oppose fatti, ad errori errori, a gratuite asserzioni documenti scritti. Ai vescovi, e in ispe-cie a quel di Catania, disse che iniquamente mentivano, e ribattè le loro calunnie, e purgò il suo sovrano della taccia d'eretico. E di vero non saprebbe intendersi con quale impudente ardire si potesse chiamare errante nella fede un principe che promulgò e mandò ad esecuzione con ispietato rigore disumani editti contro gli eretici, e che puniva i sacerdoti ricusanti di celebrare alla sua presenza gli uflìcii divini. Nulla-dimeno, tali ragionamenti non produccndo nessuno effetto in un consesso apertamente ligio al pontefice, Taddeo non potè altro ottenere che la sentenza venisse differita finché egli ne


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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