Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIDIIO QUINTO.
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      dignità e libertà di quella. Innocenzo non ammise al proprio cospetto gli oratori; e a Federigo che ne muoveva lamento, fece rispondere : i canoni della Chiesa vietare che il vicario di Cristo comunicasse coi legati di un principe scomunicato. Evidente indizio d'un implacabile odio futuro.
      Prosciolti dall'anatema gli ambasciatori, e giunti i legati pontificii a Melfi dove era Federigo, s'incominciarono le pratiche d' accordo r Vicendevole perdono delle ingiurie fatte dagli aderenti d'ambo le parti, restituzione delle terre usurpate, il papa arbitro tra Io imperatore e i Lombardi, liberati i prigioni. Infrattanto Innocenzo ordinava a Gregorio di Mon-telungo esortasse i guelfi a mantenersi fedeli, perseverassero che non sarebbero abbandonati ; e nel tempo medesimo Federigo trattava co' Frangipani perchè gli cedessero le fortificazioni da loro erette nel Coliseo, dove egli intendeva porre un poderoso presidio Ad entrambi erano noti cotesti e simigliami altri raggiri; Io imperatore trovò perfino lettere apostoliche addosso a due frati minori che s'erano introdotti nel regno per destarvi la ribellione, e li fece impiccare.
      I guelfi di Roma riaccesero la guerra. Espugnarono di sorpresa Viterbo. Le guardie imperiali che la difendevano furono costrette a rinchiudersi nella ròcca. V' accorse Federigo, ma ritirassi; e al conte Simone di Teate fu forza cedere a patti il castello. Neil' alta Italia seguivano frequenti fatti d'armi tra le due fazioni. Speranza di pace non v'era, e i popoli che se l'aspettavano dalia nuova elezione del pontefice, oltre di essere stanchi ed afflitti da carestia e da mortifero infermità, volevano pace.
      XLIII. Cedendo all'universale lamento Federigo e Innocenzo furono costretti a riprendere le interrotte pratiche. E questa volta pareva si volesse davvero venire ad una conclusione, perocché era stato, intorno al punto più difficile, proposto un trovato politico che salvava agli occhi del mondo l'onore dell' impero e della Chiesa. L'Imperatore doveva dichiarare di non essersi sottoposto alla scomunica perchè non gli era stata con le debite forme notificata. Allorquando ogni cosa pareva felicemente composta, sorsero nuove differenze. Il pontefice pretendeva che Federigo cominciasse la esecuzione del trat-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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