Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      clave, al quale Federigo aveva concesso che andassero i due eh' ei teneva prigioni in Puglia, fu eletto dopo non lievi difficoltà Goffredo di Castiglione milanese, che assunse il nome di Celestino IV; ma visse solo pochi giorni. I cardinali, invece di rinchiudersi in un altro conclave, fuggirono da Roma; il popolo arse di sdegno, e saccheggiò i loro palazzi. Ma Federigo per fare che i guelfi dalla sua presenza negli stati della Chiesa non togliessero pretesto ad accusarlo di voler violentare la elezione, rientrò nel regno; e non ostante il dolore che gli aveva cagionato la morte della imperatrice, non cessava di sollecitare la convocazione del conclave, e faceva pratiche per pacificarsi con la Chiesa. Ma riescite vane, invase di nuovo il territorio pontificio nel mese di maggio, e nell'agosto ritornò in Puglia.
      I cardinali non trovavano via di concordare per la nuova elezione; erano soli sette; ciascuno voleva il papato per sè; i re gli rimproveravano; Federigo aspramente gli ammoniva; i vescovi francesi minacciavano di eleggere da sè soli un papa.
      Da circa venti mesi la Chiesa rimaneva, e sarebbe per lungo tempo rimasta vedova, se Federigo dalle parole non fosse passato ai fatti. I cardinali, come lo videro invadere e guastare i beni del sacro collegio, convennero in Anagni, e nel giugno del 1243 elessero Sinibaldo de' Fieschi, che prese il nome d'Innocenzo IV. Suo padre Ugo conte di Lavagna era stato prefetto imperiale, e tutti i membri di sua famiglia nelle vicissitudini del comune di Genova s'erano mantenuti fedeli a parte ghibellina. Lo stesso Sinibaldo, mentre era cardinale di San Lorenzo in Lucina, senza mostrarsi avverso a Gregorio, era stato amico dell' imperatore. Il quale, invece di rallegrarsi della nuova elezione, conoscendo bene l'uomo, ai cortigiani che glie ne auguravano ogni bene, rispose avere perduto un fido amico, dacché non era possibile che un papa fosse ghibellino mai. E non era profezia malagevole a farsi, era deduzione logica da varii secoli di storia.
      Nulladimeno ei mandò una magnifica ambasceria al pontefice, si offrì dispostissimo a sottomettersi alla Chiesa, e far tutto, salvo i diritti e gli onori dello impero, per difendere la


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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