Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      l.lURO QUINTO. oì5
      il quale dopo varii secreti colloquii col principe, aveva fatto sembiante di pacificarsi con Ezzelino.
      La nuova della scomunica giunse inaspettata in Padova, e quasi fulmine che scoppii a cielo sereno, atterrì le genti e turbò lo stesso Federigo. Ma ripreso animo, ei fece dar nelle campano invitando il popolo a un generalo parlamento. Sopra un ricchissimo trono inalzato in mezzo alla pubblica piazza sedeva Federigo vestito degli abiti imperiali. Il gran cancelliere Pietro delle Vigne, che gli stava accanto, levato in piedi, profferì una eloquentissima orazione in difesa del proprio signore. Ma nò la plebe nè i nobili mostrarono i segni di queir entusiasmo che la parola dell' oratore, o convincendo,o trascinando, desta nei cuori tutti d' un'assemblea; e ciò era di sinistro augurio in tempi ne' quali lo passioni, poste in eccitamento, governavano il senno dell' uomo colto non che la fantasia del plebeo. Federigo mosso, meno dalla speranza di placare l'animo di un papa nel quale oramai non poteva avere più fede, che dal pensiero di accusarlo d'inflessibilità, mandò a Roma due vescovi perchè lo scolpassero. E non era malagevole a chi avesse voluto aprire l'orecchio alla ragione, imperocché gli stessi legati spediti da Gregorio ad ammonire Federigo, estimarono ragionevoli le sue discolpe, e le trasmisero a Roma. Ma il pontefice rimase inflessibile, e seguitava a far bandire la crociata, e spargere il diseredito contro lo imperatore.
      Federigo come s'accorse di non esservi più speranza nè anche d'una simulata pace, scrisse una lunga lettera a tutti i principi cristiani, nella quale brevemente narrava la storia delle persecuzioni mossegli da Gregorio, e mostrando sè innocente, e iniqua e illegale la scomunica, se ne appellava ad un concilio. Il papa non so ne stette inoperoso, e spedì una lunghissima epistola, ad accusare lo avversario, diffamandolo con ogni sorta di colpe.1 Intimò poscia ai principi d' Alema-
      1 Riporto intere le due epistole, o come oggidì si chiamerebbero, Circolari di Federigo lì e di Gregorio IX, documenti elio si possono considerare come noti a pochissimi, o quasi sconosciuti dalla maggior parte de5 lettori,
      dacché trovansi nella Ilistoria Anglorum di Matteo Paris, libro che, se iomale non mi appongo, non tutti gli eruditi hanno facilità di vedero. La ra-
      gione per la quale, non avendole potute inserire tradotte nella mia narra-
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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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