Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (532/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      530
      storia dei cojirai italiani.
      clamori di Roma, quanto dallo interesse politico, imperocché chiamavansi eretici a quei tempi non solo gli erranti in fatto di fede, ma tutti coloro che ardivano chiamare l'autorità al tribunale della ragione.
      La gran lite tra Federigo e i Lombardi rimaneva indecisa. Quando anche la sentenza arbitrale profferita dal papa avesse minimamente giovato alla comune concordia, l'ultima guerra tra il sacerdozio e lo impero aveva reso maggiore il disordine. I capi ghibellini, e segnatamente Ezzelino detto il Crudele, eh' era succeduto ad Ezzelino il Monaco, eransi sempre più collegati con Federigo, il quale veniva creduto promotore e complice delle turbolenze che coloro suscitavano nell' alta Italia. Egli aveva pel dì primo di novembre chiamato dall' Alemagna il suo figlio Enrico re de' Romani con tutti i feudatarii germanici ad una dieta in Ravenna. Vi aveva anche intimati i signori e i deputati de' comuni d'Italia. Il papa aveva scritto ai Lombardi lasciassero libero il passo ad Enrico ; ma invece i loro deputati adunavansi in Bologna, e, presenti od annuenti i legati del papa, facevano provvisioni ostili allo imperatore. Fatto è che gli Alemanni non furono lasciati passare. La dieta, non per tanto, fu splendida di feste e di giuochi; ma pochi deputati delle città vi accorsero, nessuno di quelle della lega. La lega non voleva pace. Per lo che l'imperatore, dichiaratosi aperto sostenitore de'Ghibellini, depose ogni idea di conciliazione, mise al bando dello impero la lega, e le indisse formalmente la guerra.
      Da Ravenna ne andò ad Aquileia, dove aveva comandato al figlio di recarsi. Enrico, che il genitore da undici anni non avevapiù veduto, cominciava a dargli pensiero. Federigo sapeva la superba ed ambiziosa natura e i depravati costumi del giovane; aveva nella storia della famiglia Salica il tristo esempio della ribellione snaturata d' Enrico V; sapeva Roma non ab-borrire da siffatti mezzi., che oltraggiando i santi vincoli del sangue, prostrano il cuore d'un prode indomito ai più poderosi colpi della ventura. Voleva quindi vederlo, leggerli nel cuore, osservarne le inclinazioni, spiarne i secreti intendimenti, ammonirlo, intimorirlo,rimetterlo nel diritto sentiero. Enrico, comparso al paterno cospetto, promisedi cangiar vita


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (532/593)






Roma Federigo Lombardi Ezzelino Crudele Ezzelino Monaco Federigo Italia Alemagna Enrico Romani Ravenna Italia Lombardi Enrico Bologna Alemanni Ghibellini Ravenna Aquileia Salica Enrico V Roma Enrico Federigo Enrico