Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quinto.
      5 il)
      Il pontefice, al quale tanto prospero successo era una solenne mentita, chiamava esecrabile delitto un trattato che senza recare oltraggio alla umana natura, era cotanto utile agli interessi della cristianità.
      XXIX. Poco innanzi che Federigo concludesse la predetta convenzione, il maresciallo Conte della Cerra gli scriveva: Papa Gregorio, sperimentate inefficaci le armi spirituali, avere raccolto un poderoso esercito sotto il comando di Giovanni di Brenna già re di Gerusalemme, e avere invaso il regno. E' fu allora che Federigo, cui non poteva giungere inaspettata siffatta nuova, strinse con maggiore sollecitudine le pratiche d'accordo col soldano d'Egitto, ed imbarcatosi in Tolemaide, dopo pochi giorni approdava a Brindisi. Il conte Binaldo, ch'era stato da lui lasciato tutore, o come lo chiamavano, balio del regno, non era rimasto inoperoso di faccia all' inimico. Togliendo non so quale pretesto, aveva passato i confini degli stati della Chiesa , spingendo le regie milizie nel ducato di Spoleto — di cui egli assumeva il titolo già portato da suo padre Mosca-in-cervello — fino a Macerata. Il papa lo scomunicò, e ordinò che una parte del suo esercito gli movesse contro, mentre l'altra parte, condotta da un cardinale, dal conte di Celano e da altri fuorusciti pugliesi, si gettava nel cuore del regno. La impresa era stata bandita come una crociata; le papali milizie chiamavansi Chiavisegnati; erano precedute ed accompagnate da una torma di frati mendicanti che correvano da per tutto a fare insorgere i popoli, e spacciavano perfino lo scomunicato imperatore, colto dalla mano di Dio, essere morto in Palestina. In ogni contrada delle Puglie era spavento, disordine, e trambusto; le terre venivano espugnate da'chiavisegnati, e riprese dagli imperiali, sostenendo miseramente le devastazioni d' entrambi. Il papa per isbrigarsi innanzi che Federigo avesse tempo di ritornare in occidente, sollecitava le città guelfe di Lombardia e di Toscana a mandargli uomini e pecunia. Mandava oltremonti ad accattare soccorsi; inventava calunnie contro Federigo, dicendo avere venduto ai Mussulmani il tempio del Signore, avere loro date le baliste che servivano alla difesa della città santa, avere rinnegata la fede di Cristo ed abbracciata quella


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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