Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      (lai nobili, si mise a tumultuare, e fra gli schiamazzi e le maledizioni assaltò il pontefice, lo trascinò fuori di chiesa, e lo costrinse ad uscire di Roma. Il misero cercò rifugio in Viterbo; ma quivi aggredito dalle milizie romane, riparò a Rieti, poi a Spoleto, in fine a Perugia, dove, composte le cittadine discordie, e chiamati a sò i cardinali, trasferì fino a' tempi migliori la corte papale.
      In questo mentre Federigo, che aveva divisato di mostrare con ogni argomento essere calunnie le colpe appostegli dal papa, se aveva mai avuto intendimento di passare in Terra Santa, adesso voleva farlo ad ogni costo e con la maggiore sollecitudine. Convocò a tal fine un parlamento in Capua, ordinò a tutti i suoi baroni di starsi apparecchiati a partire per la seguente primavera. Intimò anche ai principi alemanni si recassero nella quaresima a Ravenna. Ad impedire la loro calata, il papa comandò ai Lombardi guardassero bene i passi delle Alpi. Ordinò Federigo nuove collette; e il papa ingiunse ai popoli di non pagare. Così ad ogni atto che 1" uno facesse, l'altro era pronto a porre un ostacolo ; e quasi la fortuna fosse complice, con un colpo inatteso straziava il cuore di Federigo. La imperatrice Iolanda morì nel partorire un figlio, al quale fu posto nome Corrado. Lo afflitto marito sostenne con ammirevole rassegnazione questa grave calamità di famiglia. Convocò una magnificentissima corte in Barletta, ed asceso sul trono annunciò la sua partenza, fece leggere un testamento nel quale dichiarava erede delle due corone imperiale e siciliana il suo primogenito Enrico, e provvedeva, durante la sua assenza, alla tutela del regno, esortando ad un tempo i suoi popoli a vivere in pace e mantenersi fedeli. Verso il principio di giugno fece vela da Brindisi.
      La partenza dello imperatore accese di nuova collera lo inviperito animo di Gregorio, il quale supponeva che Federigo, non ostante che sapesse Giovanni di Brenna con la pecunia del tesoro della Chiesa starsi assoldando un esercito per invadere il regno, si fosse imbarcato, non per compiere il voto, ma per provare la ingiustizia della scomunica. Mandò quindi in Palestina due frati mendicanti, ai quali fece comandamento d'intimare ai vescovi, ai principi, ai guerrieri, al


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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