Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      Italia. Cotesto fatto avrebbe resa per lo meno ridicola la collera dell'offeso principe, se non fosse stato parte d'una scena bene ideata a coprire una sconfitta. Non avendo forze baste-voli ad affrontare la potenza della lega, a Federigo altro partito non rimaneva che quello di ritornare in Puglia. Ma volle prima pubblicare un editto o protesta, in cui diceva i ribelli Lombardi essere cagione che lo imperatore non compisse la liberazione di Terra Santa, e non purgasse la Italia degli eretici de' quali ogni città brulicava. Il papa cassò la scomunica del vescovo d'Ildeshein, e fu da' Ghibellini accusato d'avversare, per mondani riguardi, tutto il bene che lo imperatore bramava di fare alla chiesa di Dio.
      XXIV. Rimasta oltre modo infiacchita nell'alta Italia e nella media l'autorità imperiale a cagione del morale sostegno che il pontefice dava alle due leghe, Federigo reputò savio consiglio calmare la procella simulando affetto e sommissione alla Sedia apostolica. Cominciò dallo accettare i vescovi di Salerno, Brindisi, Consa ed Aversa e altri, senza suo consentimento nominati dal papa ; e spedì legati in Roma ad Onorio, il quale, richiesto da lui, aveva accettato l'ufficio d'arbitro fra lo impero e la lega lombarda. Nel gennaio dell' anno seguente sentenziò in questa guisa : lo imperatore e il suo figlio Enrico re de' Romani concederebbero perdono alle città colle-gate e ai loro aderenti : rimarrebbero cassi e nulli tutti i decreti e le sentenze contro loro, e segnatamente quella contro Bologna dannata a perdere la università che doveva trasferirsi a Napoli; le città della lega somministrebbero a Federigo quattrocento uomini d'armi per accompagnarlo in Palestina ; farebbero pace con le città di parte imperiale rendendo scambievolmente i prigioni di guerra ; non si opporrebbero alla persecuzione degli eretici; annullerebbero ogni atto ledente le immunità ecclesiastiche.
      La sentenza papale, sebbene non togliesse nessuna delle molte cagioni di conflitto fra lo impero e i comuni, fu accettata da ambe le parti. La consideravano come una tregua che diede tempo, ai comuni di munirsi e apparecchiarsi per una lotta futura e inevitabile, a Federigo di raccogliere le forzo per vendicare l'onta che era stato costretto a dissimulare. Il


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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