Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quinto.
      5 il)
      pel dì sesto di marzo. Costoro, ubbidienti alla chiamata del loro principe, vi accorsero con le debite milizie. E in tal guisa avendo raccolto un esercito, lo imperatore si mosse verso Lombardia, e nel tempo medesimo ingiunse ai suoi feudatarii alemanni, e a' vescovi e ai potestà de' comuni lombardi di trovarsi per la prossima Pasqua in Cremona, dove intendeva tenere una dieta.
      Giunto nel ducato di Spoleto, comandò che le milizie di quelle terre lo seguissero. Ricusarono gli Spoletani, dicendo non potere ciò fare senza consentimento del pontefice, il quale
      10 negò. Onde Federigo ne andò a Ravenna; ed evitando Bologna e Faenza che gli erano avverse, giunse ad Imola, vi rialzò le mura distrutte da'Bolognesi, e 1' afforzò di bastioni. E'sembra che indugiasse ad arrivare a Cremona, perocché aspettava che il suo figlio Enrico valicasse le Alpi coi principi e con lo esercito alemanno. 11 giovine re de' Romani era già pervenuto a Trento, ma fu costretto a fermarvisi non pochi giorni, poiché i Veronesi guardavano la Chiusa nella Valle d'Adige, sì che disperando di forzare il passo, se ne tornò oltremonti. Federigo allora giunse a Cremona ed aprì la dieta. Tranne i deputati di Modena, Reggio, Parma, Asti, Pavia, Genova e Pisa, pochi vi accorsero; nessuna città della lega vi mandò i suoi rappresentanti, di modo che egli rimase maravigliato, e non credeva quasi agli occhi suoi stessi, vedendo
      11 numero de'suoi nemici essere assai maggiore di quello eh' egli avesse supposto. Vi accorsero però i vescovi di Torino, Milano, Brescia, Vercelli, e Novara, città tutte della lega, non per riverenza verso il capo dello impero, ma perchè, essendo sempre in conflitto con la potestà civile, speravano, mercè il sostegno di Federigo, riacquistare la perduta autorità : strana illusione nella quale è dannata a ravvolgèrsi la gente che per istituto di vita abborrendo dal progresso de'tempi, rinnega l'arcana provvidenza che lo promuove e governa.
      Fremente d'ira, Federigo nò andò a Borgo San Donnino, dove dichiarò ribelli le ci'.tà della lega, le pose al bando dell' impero, le privò di tutti i privilegi, e le fece scomunicare dal vescovo d'Ildeshein, che predicava la crociata nell' altaStoria dei Comuni italiani. — 1. M


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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