Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      de'baroni, e infrenare i figli de' commilitoni di Ruggiero, i quali, obbedienti al loro principe, e formando la vera forza e la gloria del reame, erano stati esempio singolarissimo d'ordine in mezzo all' anarchia feudale europea. Per ridurre la feudalità nei primitivi confini Federigo, fino da' primi anni del suo regno, ebbe pensiero di Sfare ciò che due secoli e mezzo dopo fece in Francia Luigi XI.
      XXII. La fortuna ai cristiani in TerraSanta mostrava sempre più sinistro volto. La voce de' sacerdoti dall' alto de'pergami lamentava la ignavia de'principi, pessimo esempio ai popoli ; i legati pontificii correvano per ogni paese ad incitarli alla guerra santa. Pareva al papa che la impresa non sarebbe stata mai coronata da prospero e compiuto trionfo senza la presenza del capo dello impero. Ma all' indugiare di Federigo erano scusa manifestamente giusta le turbolenze del regno ; e nonostante, per prova della sua buona intenzione nel 1221 aveva soccorso i crociati, mandando alle foci del Nilo quaranta galere sotto il comando d'Arrigo conte di Malta, e del gran cancelliere Gualtiero ; e se l'impresa era andata a male, certamente non fu sua la colpa, e lo mostrò punendo i due capitani. La partenza adunque dello imperatore fu differita fino alla primavera del 1222. Onorio lo invitò ad un congresso in Verona, chiamandovi ad un' ora Giovanni re di Gerusalemme, e il portoghese Pelagio vescovo d' Albano*e legato pontificio, alla cui caparbietà e presunzione gli scrittori di que' tempi ascrivono la rovina delle cose cristiane in Levante. Il convegno per allora non segui, perocché nè Onorio, né Federigo, impediti da diverse ma giuste cagioni, ci andarono: ma l'anno dopo trovaronsi tutti in Ferentino. Quivi, a vincere ogni ostacolo, a porre più potente stimolo che non fossero le papali indulgenze nel cuore di Federigo, Onorio propose che lo imperatore, al quale l'anno precedente era morta la moglie, sposasse Jolanda figlia del re di Gerusalemme ed erede del trono. Ciò non ostante, avvedevasi il pontefice che Federigo non avrebbe potuto allontanarsi da' suoi stati finché il conte di Gelano fosse rimasto in armi a turbare la Puglia. Per la qual cosa esortò costui ad accettare il patto che lo imperatore gli proponeva, uscire, cioè, dal regno, cedergli terre e


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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