Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quinto.
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      lettera,1 e il vecchio Onorio si lasciava vincere dalle arti sottili del giovane principe. Così, quantunque il termine prefisso alla partenza fosse trascorso, al papa fu forza ammettere le scuse dello imperatore, il quale in Puglia lottava ostinatamente contro i baroni e in ispecie contro l'audace e potentissimo conto di Celano, nel tempo stesso che i Saraceni tenevano in iscompiglio le contrade interne della Sicilia. Costoro, afforzatisi su per le montagne, mentre in Germania ardeva il conflitto per la corona imperiale, s'erano ribellati, ricevevano aiuti di gente da' Saraceni d'Africa, e capitanati da Mirabetto — Emir-Ben-Abed — avevano soggiogata quasi tutta la Valle di Mazzara, che è la terza parte dell' isola. Ma Federigo con poderoso esercito mosse loro contro e li vinse. E a prevenire ogni futura insurrezione offerse loro la città di Lucerà con le sue fertilissime campagne nelle Puglie, a patto di giurargli fedeltà, e obbligo di pugnare sotto gì' imperiali vessilli, oflerta che i vinti accettarono. Non per questo la razza saracenica fu estirpata dall' isola ; ne rimaneva anche buon numero ; e poiché il rimedio tornò efficacissimo, ed a Federigo una gente, dannosissima nell'isola, era diventata di gran giovamento nelle provincie peninsulari, venti o più anni dopo tutti i rimanenti Saraceni furono trasportati nella città di Nocera — che poi fu detta de' Pagani — giacente nell' ubertoso paese fra Napoli e Salerno.
      Federigo aveva a sè chiamati e fatti prigioni i conti d'Aquila, di San Severino, di Tricarico, di Caserta, i quali non erano accorsi con le loro milizie allo esercito regio che dava la caccia ai Saraceni. Pose allora 1' animo a distruggere tutte le ròcche e i luoghi fortificati per iscemare la potenza
      1 « l'ervenit ad nos, Santissime Pater, vcstrffi beatitudini fuisse suge-stum quod edictum illud in solemni curia pridem Capue celebratum de re-signandis nobis privilegiis imperatoria et impcratricis recolende memorie pa-rentum nostrorum et unstris serio factum fuerit ut per ipsum privilegia dudum a nobis Eccles:ae Roman® indulta deberent penitus irritar!. — De proposito et Grma voluntate quam habuimus et habemus erga carissimam personam ve-stram et sanctam romanain Ecclesiaili ci eo certiorcs esse potestis quia requisita privilegia post ipsam constitutionem patcrnitati vestre curavimus destinare. i>
      La lettera ha la data di Trani, 3 marzo 4221. Trovasi nella citata Raccolta di Ilnillard-Bréhollcs, T. II, paj. 439.
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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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