Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI Cojirai ITALIANI.
      salvato gettandosi arditamente nel fiume e guadandolo, lo avrebbero fatto prigioniero come avvenne a coloro che lo accompagnavano, sessanta de' quali rimasero in mano degli aggressori, gli altri furono morti. In Cremona, dove fu pubblicamente acclamato, ricevè in obbedienza il marchese d'Este, quello di Monferrato, e il conte di San Bonifacio. Poi passando per le Alpi Bezie, si ridusse a Costanza poche ore innanzi che vi fosse giunto Ottone, il quale da quella città, chiave della Svevia, intendeva di contrastargli lo ingresso nel cuore della Germania. Il vescovo ed il popolo di Costanza si dichiararono per lui. A lui corse numeroso stuolo di principi ecclesiastici e secolari. Largheggiando in concessioni, e in privilegi, aiutato dai prelati, che, salvo il solo vescovo'di Halberstadt, odiavano Ottone, e con le armi spirituali e temporali avevano, allo arrivo dello scomunicato, messa a soqquadro la Germania, Federigo poteva tenersi sicuro della vittoria. E già dallo scarso numero degli accorsi alla sue diete poteva Ottone prevedere la propria rovina; ma prode uomo era, e sperava nella disperata furia de'pochi rimastigli fedeli, e negli aiuti del re d'Inghilterra, uomo iniquo ed abietto, ma negli accessi di frenesia capace d'ogni più temeraria impresa. Innocenzo dal soglio pontificio non restava dallo scagliare interdetti e scomuniche, dichiarando nulle tutte le concessioni, nulli gli ordinamenti d'Ottone. I vassalli scuotevano il giogo'; in cuore di tanti le antiche pretensioni rinascevano; in varii punti della Germania infuriava la guerra. Ma suscitare la tempesta per ridursi al porto è pericolosissimo espediente, e quasi certezza di naufragio. Ottone come vide farsi più tetro lo aspetto della fortuna, si avvisò di complicare maggiormente le cose dell' Alemagna mescolandovi le straniere. Con la sua indomita operosità pervenne a formare contro Federigo ed Innocenzo una potentissima lega, nella quale entravano il re d'Inghilterra che aveva dianzi con solenne sacramento infeudato il suo regno alla Chiesa romana, il duca di Brabante, i conti di Fiandra e di Boulogne, e alcuni de'grandi feudatarii della Francia che volevano scuotere il giogo di Filippo Augusto, ed essere soggetti di solo nome allo impero ricostituito da Ottone.
      La guerra tra la Francia e la Inghilterra poteva dirsi


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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