Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      1-i1ìr0 quinto.
      Ma è certo che Ottone, andato in Toscana, occupò Acquapendente, Radicofani, Montefiascone ed altre terre del patrimonio di Matilde. Congregò un'assemblea di potestà, di consoli, di signori per deliberare intorno ai diritti dell' impero sopra quelle terre. I giureconsulti, che v'erano da lui staff invitati, discussero e conclusero che lo imperatore poteva, anzi era in debito di rivendicare quel patrimonio allo impero. Vi assentirono di gran cuore i deputati delle città, le quali sostenevano più volentieri il patronato dell' imperatore lontano che la signoria del pontefice vicino.
      Scioltala ragunanza, Ottone in quell'anno visitò tutta Toscana. A Pisa concesse nuovi privilegi; a Siena condonò alcuni debiti che la città aveva verso l'impero; a Pistoia riconfermò le antiche franchigie. Visitò parimente la Marca d'Ancona, il ducato di Spoleto, ed altre provincie, larghissimo di favori a tutti, con ogni mezzo ingegnandosi di pacificare le fazioni, come fece del guelfo marchese d'Estc con Salinguerra ghibellino di Ferrara, l'uno investendo della Marca d'Ancona, all'altro donando Argelata e Medicina.
      Così era corso il 1209. Ne' primi mesi dell' anno seguente Ottono risalì all'alta Italia. Visitò Ferrara, Imola, Piacenza, Lodi, e si fermò più tempo in Milano. In Parma convocò i deputati de'comuni lombardi, manifestò loro lo intendimento di riacquistare allo impero le terre usurpategli dalla Chiesa, e la Puglia illegalmente tenuta da Federigo di Svevia, e chiese aiuti per la impresa. I deputati di Milano dettero primi l'esempio promettendo uomini e danari. Ai Genovesi e a' Pisani impose una tregua di due anni con la scambievole restituzione de' prigionieri. Passò poscia in Piemonte, e infine ritornò in Toscana per muovere alla spedizione.
      XIII. Con grandissimo rammarico Innocenzo vide tanto apparato di guerra. Disperavalo quasi 1' accorta politica dell' imperatore verso i comuni e le fazioni. Tanta dimostrazione di giustizia, di generosità, di cortesia piaceva ai popoli. Per non lasciare da parte nessuna delle forme legali con che voleva colorire i proprii disegni, Ottone ragunò i più celebri giureconsulti dello Studio bolognese perchò giudicassero del suo diritto. Costoro con sottilissimi ragionamenti, con autorità
      hi'


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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