Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (498/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      416
      5u2 storia dei comuni italiani.
      lenne banchetto, finito il quale, Ottone col diadema sul capo fece ritorno ai propri accampamenti.
      Il fremito popolare intanto cresceva. Gli apparati guerreschi attizzavano il fuoco, che volevasi spegnere. La zuffa già seguita non fu se non se lievissimo preludio dello scompiglio che successe all' incoronazione. Romani e Tedeschi vennero ferocemente alle mani; molti de'più cospicui signori del codazzo imperiale rimasero uccisi con più di mille e cento cavalieri. Il papa certamente non era stato istigatore del tumulto, nondimeno Ottone gli chiese non so qual somma di pecunia in rifacimento del danno. Innocenzo non volle niente concedere; e l'altro pieno di sdegno si partì da Roma, il che forse non avrebbe egli fatto, se il difetto di vettovaglie e la impossibilità di procacciarne non lo avesse costretto a levare il campo.1
      XII. Innocenzo vedeva rannuvolarsi il già lieto orizzonte. Il suo diletto figliuolo, il discendente di una casa che aveva per tanti anni pertinacemente difesa la Chiesa romana, il capo di parte guelfa, eh' egli sperava di tenere stretto come docile fanciullo fra le apostoliche braccia, si dibatte, si svincola dall'amplesso, ed accenna di rivolgersi contro il seno che lo aveva amorosamente nutrito. Ma le cose non erano giunte tanto oltre che Innocenzo disperasse di trovare nello infinito tesoro delle sue astuzie politiche, un mezzo a infrenare, o almeno a signoreggiare, la minacciata procella.
      Ottone infatti non indugiò punto a scrivere cortesissime lettere al pontefice chiedendogli un convegno per bene intendersi intorno alle cose della chiesa e dell' impero. Pregavalo indicasse il luogo, imperocché, andando a Roma — come egli, anco con suo pericolo dicevasi dispostissimo a fare — non poteva rispondere de' danni che potessero nascere dallo incontro delle sue milizie col popolo romano. Innocenzo rispose che anch' egli desiderava il chiesto colloquio, ma molti e gravissimi erano gli ostacoli; non s'avesse a male il rifiuto, glie ne paleserebbe a suo tempo le ragioni; intanto a conseguire il medesimo scopo potevansi da ambe le parti deputare savii e probi uomini. Che avvenisse di tale proposta è ignoto.
      1 Chronicon Fossa novai, citato da Ilurtcr.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (498/593)






Ottone Tedeschi Ottone Roma Chiesa Innocenzo Roma Fossa Ilurtcr Romani Innocenzo Innocenzo