Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quinto.
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      dicevano, 1' abituro dentro le mura della città e a giurare il comune. Così, fattisi cittadini, egli era naturale che per mezzo delle ricchezze e del rispetto tradizionale, prevalessero su le plebi e gli uomini addétti al lavoro, e conseguissero gli uf-ficii civili e militari. Ma gli uni duravano pochissimo tempo, gli altri non erano istituzione permanente, ma piuttosto debito universale; imperciocchéi militi erano gli stessi cittadini che alla chiamata della patria, lasciavano gli arnesi in bottega, armavansi, correvano animosi alla pugna, e 0 vincitori 0 vinti tornavano, come se nulla stato fosse, all'usato mestiere, e rifacevansi cittadini. Dopo che la istituzione del potestà fu abbracciata da tutti i comuni, i nobili ambirono a conseguirla; diventavano almeno per un solo anno signori del comune. 1 II popolo non preveggente il pericolo di affidare agli spodestati baroni un tanto ufficio, fra il tumultuare de' comizii volgeva gli occhi verso loro; e come è vecchio e forse fatale costume delle plebi, querelandosi, invidiandoli, e maledicendoli, poneva nelle loro mani la bilancia e la spada della giustizia, le quali in quelle stesse mani dopo poco si convertivano in flagello. Così la signoria potestarile fu la prima forma delle tirannidi che nel susseguente secolo spensero le pubbliche libertà in molte terre d'Italia. Ma verso il finire del duodecimo non v' era città che non fosse divisa in due 0 più partiti, a ciascuno dei quali era capo qualche famiglia nobile, la quale in caso di tumulti si afforzava nelle proprie case, munite ed approvvigionate a guisa di castelli in aperta campagna.
      Tra tutti i nobili, diventati cittadini, esistevano parecchie famiglie che esercitavano diritti sovrani ne'loro feudi, di cui erano rimasti signori 0 per impotenza de' comuni vicini, 0 perchè giacevano in luoghi alpestri, diffìcili ad espugnarsi, e difficilissimi a tenersi. Nella Marca Trivigiana erano forse più numerosi che altrove; e primissimi fra loro erano i capi di due potentissime famiglie, che capitanavano le due grandi fazioni in cui poco dopo si divise la Italia. L'una chiamavasi degli Ezelini, discendenti da un povero gentiluomo tedesco, che aveva accompagnato Corrado II in Italia, ed in rimunera-
      1 Essere eletto potestà in un luogo, dicevasi sodarvi io signoria. Muratori, all' anno 1207.
      Storia dei Comuni italiani. — 1. 42


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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