Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO QUINTO.
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      bile forza del prospero successo; avvegnaché nelle lunghe contese politiche, o perchè lo spirito dell' uomo si stanca, ovvero le speranze le quali ad una ad una falliscono, gli pongono nel cuore il dubbio, che lo scoraggia e lo induce a credere destino ciò che sorge inatteso, impreveduto dal corso delle umane vicende, egli perde lo ardore, piega la fronte, e considera savii ed onesti a conseguire salvezza que' modi che nell'entusiasmo gli parevano stolti ed abominevoli.
      A questa eterna legge che governa l'umanità, piegò la fronte anche l'altero ed astuto Innocenzo. Seguitò alquanto a inanimire e sostenere Ottone, a cercargli proseliti dentro e fuori la Germania, a destare l'odio de' comuni lombardi contro la casa di Svevia, a fare ogni sforzo umano e divino perchè Ottone vincesse. Ma la sorte al mal fortunato giovane procedeva sempre più implacabile; il sangue che in varii luoghi fu sparso, invece di giovarlo gli nocque; i principali dei suoi partigiani lo abbandonarono; lo stesso arcivescovo di Colonia prese le armi a combatterlo; la sua parte era assottigliata sì che gli fu forza cessare la guerra, od almeno ottenere una tregua.
      VII. Papa Innocenzo aveva posta in opera ogni arme temporale e spirituale, e non era riuscito se non a rendere più compiuta la vittoria dell' aborrito Filippo; altro rimedio non gli rimaneva che riconoscerlo, ma a un tempo voleva dallo assenso trarre l'utilità eh' egli potesse maggiore. Chiese difatti ed ottenne una tregua per Ottone. Filippo generosamente la concesse: fece anche più; egli vincitore propose condizioni dì pace dicendo essere pronto a sottoporsi a un congresso composto di suoi principi e di cardinali deputati dal papa, alla sentenza de' quali ei si starebbe. Innocenzo non assentì nò ricusò. Voleva forse acquistar tempo, non per rialzare Ottone, ma per disporre le coso in modo da potere egli solo dettare la pace. Ma come lo Svevo, sdegnato dello irragionevole indugio, riprese le armi, e Ottone a stento potè salvare la vita fuggendo in Inghilterra, il papa fu sollecito a spedire duo cardinali suoi legati in Germania. Filippo gli aveva prevenuti mandando un' ambasceria al pontefice; il quale saputo le condizioni de'due partiti oltremonti, si accorso essere inoppor-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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