Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      ¦i'òsSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      pero per sempre fedeli della santa Sede.1 In tal guisa ad Innocenzo pareva avere ottenuto ciò che invano con tanti sudori, dolori e scandali non aveva potuto conseguire 1 indomita volontà di Gregorio.
      Lo effetto però di quel diretto immischiarsi del papa nelle cose dello impero fu assai diverso dal come lo aveva sperato lo accorto Innocenzo. I principi, e quel che appare più strano e quasi incredibile, i prelati in ispecie si sentirono mortalmente feriti dalle pretese papali; nel settembre del 1201 congrega-ronsi in Bamberga e scrissero fiere parole alla corte romana. Chiedevano ad Innocenzo e ai Cardinali suoi dicessero in che libro avevano letto, da chi avevano udito dire che i predecessori loro si fossero mai immischiati nella elezione del re dei Romani, facendo o da elettori, o da scrutinatori della elezione; dichiaravano d'avere dato i propri voti liberamente, una-nimente a Filippo di Svevia, che si sarebbe mostrato figlio ri-verentissimo della santa Chiesa; e finivano pregando il papa a non negargli la solenne consecrazione.2
      La lettera, da un' ambasceria con a capo l'arcivescovo di Salisburgo, fu posta nelle mani del pontefice. Innocenzo invece di abbandonarsi allo sdegno che gli avevano desto in cuore gli alteri ma giusti sensi de' principi, invece di minacciare con la spada di San Pietro, accolse con ridente aspetto gli ambasciatori, difese la condotta de'proprii legati, protestò non avere essi inteso minimamente immischiarsi nella elezione, solo aver voluto, in fedele adempimento degli ordini pontificii, ammonire gli elettori a non volere inalzare al maggior trono della cristianità, un tiranno, un eretico, uno spergiuro, un malfattore, che la Chiesa aveva cacciato dal proprio seno avventandogli meritamente la scomunica.
      La ostinazione papale accrebbe la tenacità della fazione ghibellina, alla quale molti cospicui partigiani, disertando la causa d'Ottone, accorrevano. Fu detto che lo stesso arcivescovo di Colonia, anima e agitatore della fazione guelfa, trattasse per pacificarsi con Filippo. Questi aveva per sé la irresisti-
      ' Iiegìsirum , luofjo c!t.
      2 Itegistrum lnnocenlii III, cpist., Ol.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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