Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      416 STORIA DICI COMUNI ITALIANI.
      faccendavasi in tutte le guise per sostenere quelli eh' egli chiamava diritti della propria casa.
      In Germania da lungo tempo esistevano, come fu di sopra accennato, le due grandi fazioni ghibellina e guelfa, cioè sveva e sassone. Egli è vero che questa era stata domata da Federigo Barbarossa e da Enrico, ma aspettava tempo per mostrarsi di nuovo, riordinarsi, e dare sfogo ai vecchi rancori. E però, rimasto vacante lo impero — poiché molti principi non vollero tener di conto i diritti di Federigo, dicendo essere nulla la sua elezione, e nullo il giuramento prestatogli, perchè seguiti innanzi ch'ei fosse battezzato — la fazione comparve in formidabile ordinanza, capitanata dallo Arcivescovo di Colonia, mentre della parte favorevole alla casa di Svevia era capo Landolfo arcivescovo di Magdeburgo. La prima congregossi in Andernach, ed offerse la corona a Riccardo Cuor di Lione, per la cruda e proditoria prigionia sofferta, accerrimo nemico degli Hohenstaufen: ma il valoroso inglese, allora impacciato in pertinacissima guerra col re di Francia, ricusò l'offerta. L'altra fazione raunossi in Mulhausen presso Erfurt, ed a voti unanimi elesse Filippo duca di Svevia, il quale, ove non si voglia credere premeditatamente perfido al nipote, per impedire il danno di casa propria, accettò la corona germanica. Protestarono gli avversarli, e convenuti in Colonia, elessero Bertoldo duca di Zaringa. Questi dopo avere giurato e dato due suoi nipoti in ostaggio agli elettori a mantenimento della promessa, apparecchiavasi a sostenere con le armi i proprii diritti, allorquando si sparse inattesa la voce avere egli rinunciato o venduta la corona al rivale pel prezzo d'undici mila marche. La fazione fremè di sdegno, ma non si perse d'animo, e per non avere l'onta d'un altro rifiuto , si volse ad un più formidabile candidato.
      Viveva in bando dai paterni dominii, dei quali era stato spogliato da Federigo I, Ottone figlio di Enrico di Leone. Lo aveva accolto Riccardo, suo zio per parte di madre, in Inghilterra, dove godeva 1' usufrutto della contea di York. Aveva poi ottenuto di cambiare questo feudo per la contea di Poitou. Quivi se ne stava lungi dal trono e da ogni suo pensiero, allorché giunsero i nunzii de' principi alemanni ad invitarlo al


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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