Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei cojium italiani.
      Raffermata in breve tempo l'autorità sua dentro Roma, Innocenzo si volse a riconquistare le terre, delle quali dinanzi Enrico VI aveva spogliata la Chiesa. Tra i baroni tedeschi, cui lo Svevo aveva donati feudi in Italia, i più potenti erano Marqualdo e Corrado di Lutzcnhard. L'uno era signore della contea di Molise nel regno, della Marca d'Ancona, e di Romagna, e vi esercitava senza freno le scelleraggini di cui era stato consigliere e istigatore al crudele Enrico. Il pontefice gli spedì due cardinali perchè lo conducessero a sottoporsi alla Chiesa, e ricevessero il giuramento di quei popoli. Marqualdo, colto allo improvviso, non vide la propria salvezza che nell' acquistar tempo. Accolse cortesemente i legati, e li pregò di non far novità, dacché egli prima voleva favellare col papa e offerirglisi devotissimo. Innocenzo, ricevuta la nuova, mandò il cardinale Guido perchè accompagnasse a Roma Marqualdo. Costui all' arrivo del nuovo nunzio scoperse la perfidia e iniquità dell'animo, dicendo non avere nullachiesto, nulla promesso; la lettera mandata al papa essere atto d'arbitrio del suo notajo. E prevedendo lo sdegno dell' offeso pontefice, raunò grosse masnade di malfattori, li mescolò fra sue milizie tedesche, e uscì di città, qua e là scorrendo a devastare le terre e i campi de' popoli che invocavano la protettrice signoria di Roma. I due Cardinali, quindi, secondo gli ordini avuti, gli fulminarono la scomunica contro;1 Innocenzo sciolse le genti dal giuramento di fedeltà verso l'usurpatore, assoldò milizie, uscì in campo, tolse le fortezze di mano ai Tedeschi e le disfece. Marqualdo vedendosi aggredito dalle armi spirituali e temporali, si studiò venire a patti, offrendo al vittorioso Innocenzo molta pecunia ed un annuo tributo; e non avendo nulla potuto ottenere, uscì dalla Marca e passò i confini del reame normanno. Ancona, Sinigaglia, Fermo, Fano, Pesaro e le altre terre della Marca e della Romagna si dettero al pontefice, tranne Ascoli e Forlì che non vollero cedere.
      Corrado di Lutzenhard, veduta la sorte di Marqualdo, a fine di prevenire il colpo, cercò l'amicizia d'Innocenzo; al quale
      1 Vedi la Epistola d'Innocenzo ai Vescovi delle Marche, lib. I, Epitl. 5S,


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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