Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      Ì6Ustoria dei comuni 1tauam.
      il colpo giunse inatteso e terribile. I Veneziani avevano già appiccato il fuoco al naviglio pisano; ma spirando contrario il vento sì che ricacciava le fiamme in viso agli assalitori, gli assaliti imbarcaronsi precipitosamente e poterono darsi alla fuga. I Veneti corsero loro dietro e li raggiunsero presso la Morea; vennero alle mani, e i corsari perderono due legni e quattrocento uomini. Venezia intanto levava alto la voce in Italia contro la slealtà di Pisa, e le intimò la guerra. Pisa accettò la disfida, fece pubblica la causa iniqua de' suoi corsari, li raunò tutti, e con una grossa armata veleggiò alle bocche dell' Adriatico quasi volesse chiudere il passo di levante ai Veneziani, i quali facendo impetuoso urto, respinsero gl'inimici. E non fu posa se non quando, frammezzan-tesi il Papa, essendo doge Enrico Dandolo, conclusero una tregua.1
      Nè perciò i Pisani cessavano dal vituperevole mestiere. Anzi, fatti più audaci, si posero ad assaltare gì' Italiani non solo, ma perfino i Greci, nelle terre de'quali avevano numerose fattorie. In ispecie ogni qual volta accadesse loro d'incontrare una nave genovese, vi si gettavano sopra, ne trucidavano la ciurma, recandone navi e merci come buona e legittima preda. I Genovesi non se ne restavano, e un famoso corsaro chiamato Cafire, saccheggiò i Greci nello Egeo e per gran tempo si rese signore de' porti di Candia. Invano lo imperatore gli aveva mandato a combatterlo una armata di trenta galere; gli fu forza assoldare quelle de' Pisani, che infine vinsero ed uccisero il temuto predone. Da questi terribili ladroni di mare non andavano immuni nè anche le persone, che la vetusta usanza del diritto delle genti considerava corno sacre. Mentre alcuni legati del greco imperatore ritornavano dallo Egitto a Costantinopoli, furono da Gherardo Roti e da Guido Zaci, corsari Pisani, aggrediti e spogliati. Il comune di Pisa fu allora costretto a mandare un" ambasceria all' offeso Augusto, il quale aveva già cominciate le rappresaglie sopra gli averi, e le minacciava sopra le persone de' Pisani in Levante. Ma non erano per anche giuntigli ambasciatori, allorché altri
      1 L' atto della tregua trovasi neh' Archivio delle Kiformagioni in Fi-
      lenze.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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