Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro quarto.
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      gerla d'assedio, infermò gravemente, si fece condurre in Messina, dove spirò in sul finire di settembre del 1197. Corse voce che Costanza gli avesse fatto apprestare il veleno come colei che non potendo più stringere fra le braccia l'uomo lordato del sangue de'suoi diletti popoli, e disperando di vederlo lavarsene con opere giuste, credeva forse di non commettere un delitto, ma farsi, invece strumento della giustizia di Dio, da cui sperò poscia ottenere misericordia facendo elemosine, pie largizioni e suffragi per la remissione de'peccati del magnifico inesser lo imperatore.1
      XXX. I Genovesi come furono cacciati dalla Sicilia, ne dettero la colpa alla gelosia de' Pisani, i quali, se non videro compite le larghe promesse eh' erano loro state dal perfido imperatore fatte innanzi la impresa, v'erano però rimasti co' loro vetusti privilegi, cioè franchi di dazii e balzelli nelle case di commercio. I Genovesi a rifarsi del detrimento ricominciarono allora una guerra marittima predatoria a danno de' loro rivali. Riedificato il castello di Bonifazio nell' Isola di Corsica, la quale era già stata da Enrico conceduta al comune di Pisa, lo fecero nido de'loro corsari. I Pisani lo espugnarono; quelli lo ripresero, e dopo di averlo riperduto e ricuperato, vi si affortificarono rimanendone lungamente signori. Quel corseggio non pareva rappresaglia de'due comuni, ma aggressione di privati cittadini. I comuni però lo tolleravano, lasciando che le loro navi mercantili, equipaggiate a modo di galere da guerra, lo esercitassero come traffico onesto. Da-vansi la caccia in tutti i mari, scaramucciavano implacabilmente, spesso assaltavano i fondachi posti nelle città marittime e prendevano le mercanzie. Un' armata di cotesti corsari con bandiera pisana osò spingersi fino nell' Adriatico, mentre le navi venete giacevano disarmate; si gettò sopra Pola nel-l'Istria e vi piantò il vessillo del comune. Venezia, eh' era gelosissima della signoria sul mare Adriatico, considerò lo attentato de' corsari come spedizione ordinata dalla stessa città di Pisa, armò le sue galere, e sotto il comando di Giovanni Baseio, le spedì a snidare e distruggere gli invasori, a'quali
      1 » Pro remissione pcccatorum domini magnifici impcratoris » parole d' un antico documento.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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