Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia DICI comuni italiani.
      sposato. I grandi le consentirono la corona a patto che ripu^ diasse lo straniero marito, ma essa, cintasi del regio diadema, se lo tolse di capo, e ponendolo sopra ([uello del consorte, impose loro che lo salutassero re. Sdegnato di ciò, Raimondo conte di Tripoli venne ad accordo coi Saraceni concludendo una tregua, la quale fu rotta per imprudenza o per arte da Rinaldo principe di Morreale: onde a loro i cronisti di que'tempi dettero il nome di traditori del nome cristiano. Saladino soldano di Persia e d'Egitto, prode guerriero, ardentissimo di conquiste, venerato da' suoi come la spada vendicatrice del Signore, ne tolse pretesto a passare con esercito poderosissimo i confini della Palestina. Varcato il fiume Giordano, spin-gevasi verso la città d'Accon, Vi accorsero tosto i cristiani, ma lungo il cammino furono aggrediti da gì' inimici; e ne' piani di Tiberiade seguì tremenda e sanguinosa battaglia. Da ambo le parti pugnavasi con pari valore, con pari furore e pertinacia. J\7ei corrotti e infiacchiti cuori de'Latini ridestossi la vigori;» e il fanatismo de' padri: sotto i mortiferi dardi della canicola, su quel suolo infocato parevano fiere che straziandosi si contendano la preda. I cristiani infine dovettero cedere al numero maggiore degl'inimici, che fecero inumana strago de' cavalieri del Tempio e di San Giovanni, con immensa moltitudine di prigioni, fra quali era lo stesso re Guido.
      Espugnate con Accon molte altre terre cristiane, Saladino processe arditamente verso Gerusalemme. Intimata la resa, i pochi militi che la presidiavano, afforzatisi dentro, non ebbero cuore di cedere. Pugnarono con indicibile ardore, finché, ridotti agli estremi, chiesero di rendersi a patti onorevoli e miti. Il Soldano, che voleva tenere il giuramento, dianzi fatto, di trucidare tutti i cristiani, rimase attonito ai magnanimi e feroci proponimenti degli assediati. E fattosene dai ministri dell' islamismo prosciogliere, assentì ai patti ed ebbe la Terra. Gli scrittori di quegl' infelicissimi tempi mentre imprecano ai Latini, esaltano non solo la moderazione che il vincitore usò nella vittoria, ina la pietà mostrata verso i vinti, che preceduti dai sacerdoti recanti le reliquie e gli arredi sacri, lacrimando la caduta di Gerusalemme, l'abbandonarono, non rimanendovi altri che gli Ospedalieri, ai quali il miseri-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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