Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      ¦i'òsstoria dei comuni italiani.
      mai sorrideva piena di lietissimi auspicii a lui principe pacifico Fra tanta gioia, preposto il figlio al governo dell'Italia, faceva ritorno in Germania lasciando malcontenta allo estremo la corte romana.
      XXI. Lucio III, che da Velletri, dove lo avevano costretto a trasferire la sedia apostolica gl' irrefrenati spiriti del popolo romano, ricevuto un nuovo oltraggio, era andato in Verona per implorare il soccorso di Federigo. Non ottenuto lo intento, era morto verso il finire di novembre del 1185. Gli era succeduto Urbano III, in queir anno medesimo già eletto arcivescovo di Milano. E' fu sotto il suo pontificato che si celebrarono le nozze di Enrico in Milano, e a dispetto della sua inibizione gli sposi furono nella Basilica Ambrosiana cinti delle duo corone dal patriarca d'Aquileja, che, come disubbidiente ai voleri del pontefice, fu sospeso dagli ufficii divini. Non avendo potuto Urbano impedire il parentado tra il tedesco e il normanno, mentre anco immaginava il modo di scioglierlo appena la sorte glie ne avesse posta in mano 1' occasione, molestava di sue querele il fortunato principe. Ribatteva sulla vecchia e interminabile questiono del patrimonio della contessa Matilde; lo accusava di gettarsi come uccello da preda sopra le rendite - delle sedi vescovili vacanti, di usurpare quello de'monasteri sotto pretesto di punire le badesse scandalose; e molte altre cose gli apponeva per fargli sentire il peso della mano di san Pietro. Lo imperatore rimase fermissimo nella propria condotta, e comecché più non si trovasse fra le strette della guerra coi comuni, vedendo pur troppo che ogni disputa con la corte romana gli sarebbe sempre tornata in detrimento, appigliossi a più efficaci argomenti. Dapprima, a punire i Cremonesi, che s'erano secolui sdegnati per avere, intercedenti quei di Milano, concesso di rifare la città di Crema, andò ad oste nel territorio di Cremona, distrusse loro Castel Manfredo, e li costrinse ad implorare mercè. Toltosi appena questo lieve impaccio, rivolse l'animo a frustrare la procella papale che lo minacciava; e mentre fece chiudere tutti i passi delle Alpi perchè nessuno dalla Germania potesse venire in Italia alla sede pontificia, commise ad Enrico suo figlio di spingersi con lo esercito verso Roma e domare le città aderenti alla


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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