Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (440/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      ¦i'òS storia dei comuni italiani.
      ticolari, avevano una tal quale somiglianza di famiglia. In tutti la sovranità risedeva nel popolo,il quale esercitavala da sèneinegoziidi grave momento e nelle straordinarie occasioni, delegandola nell'ordinaria amministrazione delle pubbliche faccende ai suoi rappresentanti.Costoro erano ordinati a Consigli i quali per lo più erano due, uno maggiore l'altro minore, che stava più da presso al capo dello stato e lo coadiuvava nel condurre il potere esecutivo. Nella nomina de'pubblici ufficiali prevaleva l'uso dell'annua elezione; e tutti, e in ispe-cie quelli che avevano il governo dello erario, erano sottoposti a severo e frequente sindacato. In ogni dove il governo era ordinato in guisa che si esplicasse più estesamente la idea primigenia del comune, vale a dire la comunione de'diritti, la uguaglianza di tutti gli ordini de'cittadini al cospetto della legge. La legge era contenuta negli statuti che venivano considerati .come il sacrario della giustizia. 11 codice degli statuti conteneva le leggi costitutive del governo, i diritti e le consuetudini universali a tutta la cittadinanza; le leggi criminali, che assicuravano la pubblica pace, — fine principalissimo nelle società incipienti e partite in consorterie, aventi costumanze e privilegi speciali, che potevano di leggeri venire a conflitto tra loro — le leggi civili che erano una mescolanza del diritto barbarico e del romano, il quale in talune città prevaleva maggiormente che in altre, e in tutte poi tendeva a predominare ne'tribunali e fare sparire i vestigi delle consuetudini barbariche, o trasformarle adattandolo all'indole di quello; le leggi fiscali, le leggi sanitario, le censorie, ovvero di costumi, e quelle di polizia cittadina e rurale ; le marittime, le internazionali; e i provvedimenti peculiari, oper meglio dire fatti per una peculiare circostanza. Tutti i magistrati, dal capo dello stato agl'infimi ufficiali pubblici, tutti i cittadini, da'no-bili fino all' ultimo plebeo che non fosso di condizione servile, giuravano la osservanza degli statuti, senza di che non godevano la protezione delle leggi, ed erano considerati come stranieri al comune. 1 La partizione delle città in quartieri o consorterie imponeva alle diverse società il debito di rispondere
      1 Vedi Cibrario Delta Economia politica del Medio Évo, Ca,>u VI,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (440/593)






Consigli Cibrario Delta Economia Medio