Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO QUARTO.
      4-27
      aggiunzioni, le abrogazioni, le modificazioni da farsi agli statuti eseguivansi in Consiglio e si scrivevano nei codici pubblici. 1 Gli statu ti più antichi di Bologna rimangono ancorapossibile ; e nominatamente che le navi dei Pisani, le quali vengono dalla Romania, non diano se non se quello che danno le navi che vi vanno da Pisa.
      E domandino all'Imperatore che confermi alla città di Pisa tutti gli onori, che essa ha in Costantinopoli ed in tutto il suo Impero per la concessione dell'Imperatore Isacco, cioè gli scali marittimi, le chiese, la loggia mercantile, le case, i pesi, i marchi, le misure, la stadera, e tutti gli altri onori.
      E gli chiedano la chiesa, le possessioni, e gli altri onori che i Pisani avevano in Almiro ; e cbe ivi farcia riedificargli le chiese, le case, la loggia, e lo spedale ; e gli chiedano le pensioni di tali cose, e le annualità decorse, e quelle da decorrere ; e che le dia , o le faccia dare all' operajo della Chiesa Pisana senza alcuna diminuzione; e che di tutte queste cose ne formi a noi nnovo cristobolo, e dia al Duomo di Pisa, al di lui operajo ed all'arcivescovo quello che loro dette l'imperatore Isacco; e vi facciano aggiungere di più se potranno.
      E chiedano di ottenere le case col fondaco in Salonico , nelle quali solevano abitare e conservare le loro mercanzie ; e di potervi tenere il loro tribunale e giurisdizione, senza dazio o pagamento alcuno.
      Studino dipoi i Deputati di ottenere , che tutte quelle cose, state accordate alla città di Pisa , siano libere, e non soggiacciano a imposizioni, o ad arbitrio di ministri, e neppure al Bailo dell' Impero ; e che P Impero vi debba difendere i Pisani con tutte le cose loro.
      E che le navi dei Pisani che vi saranno e che voglino tornare a Pisa, o andare in altre parti, non possano mai esserne impedite , nè si esiga da esse cosa alcuna e che le navi dei Pisani le quali vanno in Costantinopoli, o in qualunque altra parte di quell' impero, se non vi spacceranno tutte le loro mercanzie, non debbano pagare cosa alcuna di dazio per il non venduto , e possano trasportarlo altrove.
      Se P Imperatore obietterà cbe i Consoli Pisani, dopo aver giurato di fare allontanare i corsali dalla Romania, non lo fecero, gli rispondano addirittura, che quei bastimenti stavano al servizio di quell' impero per battersi contro Cafire ; e scusino in questo la città, che uou sapeva la determiuazioue di que' Consoli in Costantinopoli.
      E se gli ambasciatori del Doge di Venezia concorderanno con voi che si faccia una pace, da sottoscriversi dagli uomini dell' una e dell' altra città, ci piace che lo facciate.
      E domanderete rendimento di conti a Gherardo Marrucci della sua amministrazione , e delle entrate delle case e terre che sono nel campo dei Pisani di Costantinopoli, e degli scali , e dei banchi. Facciano lo stesso contro di lui quanto al fondaco di Salonicco; e domandino conto della sua amministrazione a Federigo Granci. — Fatta questa istruzione , e data ai sopradetti Depntati ambasciatori, nel Consiglio avanti i Seniori, il di 8 Settembre dell'anno Il 98 da Tcdicio Potestà dei Pisani. »
      1 In tutti i comuni il codice degli statuti era esposto di giorno al pubblico, e di notte custodivasi diligentemente ; un altro si deponeva nell'archivio dello stato. In Novara veniva rinchiuso in uno sgrigno a qnattro serrature, del quale tenevano le chiavi quattro uomini bonae opinioni», che pre' stavano giuramento, rimanevano un anno in ufficio, ed avevano dieci soldi imperiali di paga. Morbio, Storie dei Municipii, Novara.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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