Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      quando tutti c tre insieme in un luogo medesimo, e questa ra-gunanza formava il generale parlamento. Nessuno de' Consigli poteva essere convocato se prima i consoli o il potestà non ne avessero manifestato l'obietto, facendolo scrivere in un peculiare registro. Fattala ragunanza, il cancelliere leggeva la proposta, ed aprivasi la discussione. I quattro oratori del comune cominciavano a favellare intorno al negozio; potevano anche parlare i quattro oratori detti del magistrato, ovvero della giustizia, ma solo trattandosi di negozii pertinenti al magistrato. Se la discussione condotta da questi pubblici favellatori non satisfaceva il Consiglio, e se la faccenda era di grave momento, potevano, dopo ottenuta licenza dai consoli, arringare altri consiglieri, le proposte dei quali erano anche mandate a partito. La votazione era pubblica e facevasi per fave bianche e nere, o per alzata e seduta.1 Chiarita la volontà dalla maggioranza del Consiglio, notavasi nel registro, e il potere esecutivo ne promulgava il decreto, senza di che non gli era concesso convocare altro Consiglio.
      Il pretore o potestà eleggevasi nel modo seguente. Nel mese di settembre si ragunavano i Consigli generale e speciale , e con un procedimento più lungo e solenne nominavasi il capo dello stato togliendosi da una città voluta dal Consiglio, e a patto che non fosse parente fino al terzo grado di nessuno degli elettori, non avesse beni stabili nel territorio bolognese, non avesse età minore di trentasei anni, o godesse fama di savio ed onesto, nò fosse della medesima città nè congiunto del suo predecessore. Generalmente nella elezione de'magistrati era vietato dare il voto ad un parente. Fra essi principalissimi erano i consoli delia giustizia, i giudici e i procuratori del comune, i giudici delle appellagioni, quelli del malefizio, gli altri dell'ufficio dei banditi, delle cause nuove,
      1 La formula cito usatasi nel notare 1 partiti , consisteva nello esporro la proposizione posta ai voti, ed aggiungervi i nomi ilei consiglieri, a inolio ti' esempio, cosi :
      u Isti sunt qui volucrunt ut syndicus constitutuatur eie.
      a Isti sunt qui nolueruilt etc.
      • Ego Pascalis de Saragotia, Sacri Palati! , et mine Comniunis lìonon, notarius , praedicta nomina bominum in Consilio existentium , et eorum vo-luntales secuiulum quod dixerunt se velie vel nollc, ut supra legitur , seri-psi. a Savioli, Annali Bolognesi, Voi. II, Par. Il, pag. 435.
      Storia dei Comuni italiani. — 1. 36


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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