Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO QUARTO. 4-27
      parimenti facevano, ma ogni quattro mesi, gli ufficiali minori; i qualinutti, dopo clic dei conti resi s'era fatta solenne scrittura, più non avevano debito di rispondere avanti al Consiglio, ma degli atti loro era mallevadore il potestà. Pare probabile che nei primi anni della istituzione il Consiglio sce-gliesse i deputati a sindacare il potestà. Ma poscia questo malagevole ufficio fu forse dato ad un magistrato istituito con poteri censorii vasti e moltiplici. Nel crearlo il Consiglio tirava a sorte i nomi di diciotto uomini, fra i quali eleggevansi sei magistrati, uno per ogni porta. Costoro con l'assistenza di duenotaj serbavano tutti gli statuti e le leggi del comune, vigilavano perche i consoli, il potestà e gli altri ufficiali gli osservassero, ed accusavano al Consiglio i contravventori, che dentro un mese dovevano essere puniti. Tenevano rigoroso conto delle entrate dello stato; e non poteva essere derogata qualsifosse somma di denari senza che pria venisse notata nei loro registri. Badavano sopra ogni cosa, perchè il potestà sottoponesse ad esatto sindacato chiunque fosse vicino ad uscire d' ufficio. Questi importantissimi magistrati duravano sei soli mesi, e deponevano l'ufficio nelle mani del Consiglio, il quale eleggeva tosto i loro successori.
      XV. A quanto pare, i Milanesi non prima del 1216 pensarono a ridurre in iscritto gli statuti e le consuetudini del comune. Il pensiero di sì bella opera nacque a Brumasio Porca, che sedici anni innanzi era stato consolo in Novara sua patria, dove il codice degli statuti era già stato compilato. 11 suo successore Iacopo Malcorrigia commise ai dodici savi, detti della Provvisione, di porre mano al lavoro; e questi, ragu-nati gli uomini più esperti nella materia, affinchè ciascuno di loro manifestasse le usanze che gli fossero note, seguendo le orme di un libro intorno alle consuetudini del fòro milanese, composto da Pietro de' Giudici1 che era uno de' dodici, compirono l'opera.
      A piè del tribunale de'consoli della giustizia stavano seduti i tabellioni o notaj clic scrivevano il deposto dai testi-
      1 n Rubilo quoque et ispecto libello quem dictus Petrus Judex de Con-sueludinibus Mediolani sub certis titulis studiose posuerat eie. « Giulini, l'arte VII, lib. XLIX.
      Storia dei Comuni italiani. — 1. 50


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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