Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      3'JO STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      vigio della repubblica; imporre il fodro; deliberare intorno a qualche dono di danari, il potestà era tenuto a convocare il Consiglio di Credenza di duecento cittadini. Per rimettere ad alcuno, a cagione di tempesta, d'incendio, o di povertà, le taglie ordinarie, doveva chiamare almeno trecento Consiglieri; e dugento, — esclusi quelli che erano stati consoli e poi sedevano in Consiglio — per creare borgo o villaggio , o per esentare qualche borghigiano o villico da' pubblici carichi. Per fare aggiunzioni agli statuti aveva debito di convocare almeno quattrocento Consiglieri, e l'intero Consiglio ove volesse mutarsi la costituzione del comune. 1
      Ma siffatta legge fu fatta dopo che le parti erano venute, o parvero venire, come si dirà innanzi, a concordia. Negli anni precedenti innumerevoli furono le mutazioni. Difatti il primo potestà eletto liberamente dal comune nel 1186, appena compiranno dell'ufficio. Pare che i cittadini non ne rimanessero sodisfatti; perocché tornarono di nuovo al governo consolare. Tre o quattro anni dopo rivollero il potestà, ma ritennero i consoli, non saprebbe dirsi con quali attribuzioni; lo rivollero, dico, per soli sei mesi, quasi in via di nuovo esperimento fatto con nuove condizioni, seppure non voglia supporsi che Io deponessero dopo sei mesi per ristabilire il governo consolare. L'anno dopo elessero un altro potestà, e il susseguente crearono un nuovo consolato. Nel 1199 la Credenza di Santo Ambrogio prevalse sui nobili, impedì che si creassero nuovi consoli del comune, elesse i suoi magistrati, e chiamò un potestà forestiero. Nò perciò quietarono. Loro pareva che i consoli nuocessero perchè cittadini, nuocesse il potestà perchè forestiere; presero quindi una via di mezzo, voglio dire rifoggiarono in guisa la suprema magistratura che avesse degli uni e dell'altro,e crearono tre potestà milanesi, ed erano Alberto da Mandello, Drudo Marcellino e Raimondo Cotta. E' fu allora che i nobili formarono la loro nuova società de'Gagliardi. Gli odi riarsero, i dissensi si accrebbero tanto che al nuovo anno il popolo delegò Guglielmo da Terzago perchè provvedesse al governo del comune, ed egli scelse due
      ' Giulini, Memorie della cillà e della campagna di Milano, Parto VII, Itb. L.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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Consiglio Credenza Consiglieri Consiglio Consiglieri Consiglio Credenza Santo Ambrogio Alberto Mandello Drudo Marcellino Raimondo Cotta Gagliardi Guglielmo Terzago Memorie Milano Parto VII Itb