Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      3'JOSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      preso da coloro clic nel 1190 reggevano lo stato, il governo consolare venisse abolito. Fu creato un Consiglio di Seniori, o secondo che allora dicevansi, Anziani, ai quali fu dato l'ufficio di proporre e deliberare le leggi, e forse di presentarle al Consiglio o alla ragunanza del popolo perchè le approvasse. A capo dello stato posero un Potestà, affidandogli il potere esecutivo. In ciò i Pisani seguivano il costume delle altre città italiche, le quali, quantunque abborrissero da ogni istituzione forestiera, e in ispeeic da cotesti rappresentanti imperiali, cagione potissima della lunga guerra che esse avevano fatta a Federigo Barbarossa; come ottennero la vittoria, invece di abolire un ufficio alle libertà pubbliche cotanto infesto, lo mantennero, perocché quella mano di ferro era rimedio pronto e sicuro a reprimere i cittadini tumulti. Improvvidi del futuro, i popoli di quel tempo, afferravano il bene, comunque momentaneo, per evitare un lieve male presente. Il potestà imposto dalla tirannide imperiale detestavano, eletto da loro stessi lo reputavano istituzione benefica; e non vedendo in essa il germe della futura tirannide, pensavano di renderla innocua per mezzo di deboli e non sempre efficaci espedienti. Il potestà doveva essere forestiero — adopero il vocabolo di quel tempo — cioè di città libera ed amica, era talvolta giurisperito, quasi sempre uomo d'arme e di nobile prosapia. Lo eleggeva il popolo o il suo consiglio; ed appena annunziatagli la elezione, gli si dava poco tempo, pochi giorni a rispondere se •accettasse o ricusasse la dignità offertagli. Accettato l'ufficio, egli era tenuto a comporre la propria corte o famiglia, che consisteva in uno o due dottori di legge affinchè gli servissero da assessori nel giudicare le cause a lui riserbate, e di parecchi uomini d'arme, accompagnato dai quali (senza condurre seco moglie, nè figli, ne fratelli ) recavasi nella città che lo aveva eletto. Innanzi ,di entrare in ufficio giurava di uscirne dopo un anno e sottostare al sindacato de' magistrati del comune, e tosto dopo partirsi. Aveva illimitato potere, come lo chiamavano, di sangue, e non poca giurisdizione nelle cose civili; in taluni luoghi era giudice d'appello di tutte le curie del comune, e poteva annullare le ingiuste sentenze. Trattava cogli stati stranieri, e più che ogni altro stava


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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Consiglio Seniori Anziani Consiglio Potestà Pisani Federigo Barbarossa Innanzi