Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      3'JOSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      del comune molle leggi sconnesse e contradittorie,1 elio invece di rendere esatta ed agevole l'amministrazione della giustizia, la confondevano, e in taluni casi la rendevano impossibile sì clic i magistrati erano costretti a giudicare, secondo l'arguta espressione del giureconsulto Bartolo, di proprio arbitrio e con mano regia. La loro compilazione, che quinci innanzi con F aggiunta delle correzioni e de' provvedimenti posteriori formò il codice della repubblica, non può servirci di guida sicura ad indagare quali ne' tempi anteriori fossero le leggi venete; e il diritto romano, che, malgrado la piena mancanza d'ordine scientifico, serpe dentro gli statuti del Tie-polo, * ò chiaro argomento del progresso de' tempi. Vero è che i Veneziani, i quali da cotanti anni trafficavano con l'impero d'Oriente, dove l'antica civiltà, comecché degenerata e corrotta, non aveva patite le trasformazioni che per la dominazione de' barbari subì nell' Occidente, poterono molto imitare le leggi bizantine: oltreché Venezia, comunque involta nella comune barbarie, serbò più che ogni altro municipio della penisola la propria indole romana, e ritenne alcun che delle romane costumanze. E quand' anche ciò non fosso stato, i comprima , in Toscana, dove i dotti facevano «so più generale della lingua volgare, gli statuti de'comuni furono italianizzati per uso dei non intendenti la favella latina. In Pisa e in Firenze v'erano magistrati che avevano debito di leggere periodicamente e spiegare al popolo le leggi dello stato. Come il governo si venne facendo più popolare , ed al Consiglio non che alle alte dignità pubbliche erano ammessi i popolani, si provvide perchè i componenti il governo fossero tenuti a farsi spiegare da un savio uomo o da un giurisperito gli statuti del comune. Nel Breve ms. del popolo di Pisa si leggono lo seguenti parole o Questo Breve del mio reggimento io Capitano di po'lo mio giuramento, infra uno mese una volta , et infra sei mesi un altra volta almeno , e più se bisognerà , ad me Io farò leggere et expianare diligentemente: Et tutti li capituli che contiengono a Ili Ausiani, quelli capituli et denunziare et leggere farò, et lo Notaio cicliì Ansiani sia tenuto di leggere et spianare Io dicto Breve, et che gli Ansiani siano tenuti di farsi leggere et spianare lo Breve infra dicce di dalla Antrata del loro officio etc.
      Borgo dal Borg», Disseriazione slorica sopra i Codici Pisani delle Pandette pag. 28. .
      1 « Li quali ( i quattro compilatori) con la sua providentia havuto sopra ciò diligente studio, esauditi totalmente i nostri desidcrii, a cose utili son proceduti, perchè i disparsi , et separadi statuti, et li novi per loro composti sotto conveniente rubrice, over titoli compilando, quelle rubrica, over titoli hanno in libri con debito ordine aggregadi. ti Prologo Primo.
      J II Sandi , luogo cit. pag..822, addita i luoghi dove gli statuti veneti concordano col Diritto Romano.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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