Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      3'JOSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      cittadino, a colui che potesse meglio sostenere il gravissimo peso della suprema magistratura dello stato. Il popolo alla sua volta era tenuto a giurare obbedienza ad ogni nuovo doge. Questo giuramento in prima prestavasi per acclamazione; poi ciò provandosi inconvenevole, i capi de' sestieri che si eleggevano ogni quattro anni, giuravano come rappresentanti di tutta la cittadinanza nel tempo stesso che promettevano di rispondere dei delitti commessi dal popolo in ciascun sestiere. Il doge anch' esso recitava una formula di giuramento, nella quale erano enumerati tutti i suoi doveri, e notate per sommi capi le leggi fondamentali, o come altri pensa, le leggi nuove che si solevano aggiungere alle vecchie in ciascuna elezione a similitudine del Dreve de' Consoli di Pisa e di Genova, scrittura che in Venezia chiamavasi Promissione ducale. 1
      Ma perche il doge avesse una compensazione alla perdita de'propri poteri, gli accrebbero la pompa esteriore, ridotta poscia, come vedremo, a segno tale da renderlo un fantoccio appariscente, una larva dorata e veneranda agli occhi del volgo. Il Consiglio maggiore adunque decretò che il doge quando usciva di palazzo nelle solenni funzioni, fosse accompagnato da numeroso corteo di nobili e di plebei. Creò parimente un'annua magistratura di undici cittadini, dando loro potestà di punire anco di pena capitale le offese fatte al capo dello stato, e di vigilare perchè non venissero commessi attentati contro la vita di lui.
      IX, Dopo d'essere state in tal guisa poste le fondamenta a riordinare più stabilmente la repubblica, le riforme in tutte le parti dell' amministrazione seguivano come deduzioni necessarie e spontanee degli ammessi principii. La città era stata divisa in sestieri, allorché nel 1163 lo sventurato MichicI, apparecchiando la spedizione navale contro il greco imperatore, per provvedere a spese straordinarie non potendo ricorrere ad uno straordinario balzello, si appigliò allo espediente di un imprestito coatto e perpetuo. E perchè ciascuno de' cittadini
      1 Le Promissioni dei dogi più antichi non si conoscono. So che di recente è stala scoperta quella di Knrico Dandolo, e verri) pubblicata —speriamo tra poco tempo — nelP Archìvio Storico che si stampa in Firenze. Il Sandi sembra che P additi là dove accenna alla Promissione ducale di Orio Mastropiero , modificata ed accrcsciuta nel \ 195 dal Dandolo.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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