Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      3'JOSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      loro che avevano il governo della finanza ; dal loro giudicio reso in senato non era appello ad altro magistrato superiore. Era una istituzione simile in alcun modo a quella de' censori in Roma, e non poteva produrre se non salutari effetti. Le spese e l'onorario degli ambasciatori erano rigorosamente determinati; a parecchi ufficiali, come in Genova, erano per retribuzione assegnati i proventi di certi dazi, e però le loro paghe si chiamavano feudi. Il modo d'elezione sembra essere stato anche in Pisa per polizze ovvero cedole, come parrebbe ricavarsi da un luogo dello statuto.1
      Abbozzato così a tratti generali l'ordinamento politico del comune, accenneremo i principali provvedimenti dello statuto.2 Nel prologo i compilatori affermano che la città di Pisa reggendosi da molti anni col diritto romano, e serbando tuttavia parecchi provvedimenti del longobardo per uso delle varie genti che i commerci richiamavano ai suoi lidi, aveva le
      1 « . . . . eliganlur per apodixas ». Apodixii in greco vale dimo-ttrazione , prova , e aoclie cedola , donde forse deriva polizza.
      2 Constilutum Legis et Usus Pisanae Civilatis, Ms. Quantunque di questa preziosa opera esistano vari codici, io per i miei studi lio fatto uso de'due che si trovano nella Biblioteca Magliabcchiana di Firenze segnati. A. IV, 4766, e C. V, 1768: Provenienze de' Conventi. Il primo è un codice in cartapecora del -1559, il secondo è d' un' epoca posteriore. Per non incorrere in errori inevitabili rispetto al Comune di Pisa, sono stato parchissimo di notizie ; imperciocché pretendere di fare opera lodevole coi pochi d(tenni enti che finora sono a stampa, sarebbe stoltezza sapendosi ebo il Prof. Francesco Bonaini si apparecchia a pubblicare una grande opera- Avendo spesi moltissimi anni a studiare e illustrare la storia di quel rinomato comune, egli ha ormai scoperto e raccolto un numero considerevole di rare scritture, cominciando dalle antichissime fino a quelle che si riportano all' epoca in cui la indipendenza pisana cadde sotto la signoria di Firenze ; come appare dal Programma già stampato. Noi facciamo fervidi voti perchè il dotto uomo , tronchi ogni indugio e pubblichi un lavoro di tanta importanza, il quale verrà accolto con immensa soddisfazione e con sincero plauso da tutti gli studiosi delle scienze storiche. La storia del Comune pisano, oltre ad essere per sé stessa mirabilissima , potrà spargere copiosa luce sopra un punto essenziale della storia generale d' Italia , intorno a cui 6Ì c tanto e per tanti anni disputato senza speranza che gli scrittori arrivino ad intendersi, voglio dire intorno all' indole del ghibellinismo italiano, che senza dubbio era ben diverso dal germanico. Il Prof., Bonaini mostrando quale fosso l'ordinamento di Pisa, la più ghibellina di tutte le nostre città , quale la sua relazione con l'impero, fino a che puuto popolare il suo reggimento, raddrizzerà gli storti giudicii degli scrittori che per certe strambe idee, risorte sciaguratamente in questo secolo , torturando la storia per farla servire ai loro fini, 1' hanno maggiormente confusa. Se abbiamo bene inteso il concetto espresso dal Bonaini nel suo Programma, 1'utilità dell'opera che annunziamo sarà anche maggiore delle nostre speranzo.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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