Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      3'JO STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      Avendo noi più sopra osservato che i tre celebri stati marittimi, cioè Venezia, Genova e Pisa si resero o al tutto, o quasi, indipendenti di fatto, intanto clic nella bassa Italia le armi normanne fondavano una monarchia feudale, e 1' alta Italia gemeva sotto la tirannide de'feudatari dello impero germanico, dobbiamo di necessità supporre che in quelle tre città fosse, innanzi che nelle altre, nato il bisogno d'ordini civili. Da esse adunque farò principio alle nozioni, incomplete pur troppo, clic intendo dare del modo con cui dentro e fuori governa-vansi le faccende dello stato. Lasciando le gare degli scrittori, i quali o immaginano, con più o meno probabilità, o spinti da quel sentimento, che Vico, con vocabolo stupendo, chiamò boria nazionale, argomentano da qualche cenno di cronisti posteriori che questa o quell'altra città precedesse nel progresso del vivere civile, abbozzerò innanzi la costituzione di queilo de' tre predetti comuni, del quale esistono più certi e copiosi documenti, voglio dire di Genova, che oltre gli egregi e giudi-diziosi annalisti che ne scrissero le gesta, possiede una preziosa scritturala alcuni uomini dotti e benemeriti degli studi patrii messa alla luce. 1
      A mezzo il secolo decimo reggevasi con le proprie consuetudini che vennero confermate dai re d'Italia.1 Se ne trova
      * Allmlo alla magnifica slampa fatta in Torino nel 1837 della raccolta intitolala : Monumenta Ilistoriae Patriae. Il secondo volume contiene i seguenti statuti municipali :
      Statuta et Privilegia Civitatis Secusiac.
      Stalula elPrivil. Augustae Preloriae.
      Statuta Civitatis Niciae.
      Statuta Consulalus lanuensis.
      Imposicio Oflìcii Gazarie.
      Statuta et Privil. Civit. Taurinensis.
      Stalula Societatis Beati Georgii populi Clieriensis.
      Statuta Communis Casalis.
      Stallila Civitatis Eporediae.
      Statuta Civitatis Monliscalerii. 2 Si contengono in una carta pubblicata da Luigi Cibrario nella sua Storia della Monarchia di Savoja ; noi qui le trascriviamo cosi come egli le riporta nel volume I, pag. 105, della Economia Politica del Medio Evo : n Quando si contendeva, se una carta fosse falsa o sincera, tra Genovesi e forestieri, se il notaio ed i testimoni eran presenti. bastava che il presentator della carta giurasse che non l'aveva corrotta in niuna parte; so mancavano il notaio ed i testimoni, il presentatore dovea trovar quattro persone che ginrasscr con lui la medesima cosa.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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Venezia Genova Pisa Italia Italia Vico Genova Italia Torino Monumenta Ilistoriae Patriae Privilegia Civitatis Secusiac Privil Preloriae Civitatis Niciae Consulalus Oflìcii Gazarie Privil Societatis Beati Georgii Clieriensis Communis Casalis Civitatis Eporediae Civitatis Monliscalerii Luigi Cibrario Storia Monarchia Savoja Economia Politica Medio Evo Genovesi