Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TE11ZO.
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      coi vicini, di annullare le infeudazioni fatte a danno di quella, di mantenere i feudatari soggetti al comune; infine dava loro tutti i diritti di regalia e quello importantissimo di governarsi coi consoli eletti dal popolo: concedeva, insomma, separatamente a Tortona, tutto ciò che i membri della lega chiedevano.
      La fama di questo trattato, che dalle insensate plebi veniva considerato quale atto di un cuore generoso, sedusse gli Alessandrini a partire i propri interessi da quelli delle città, alle quali dovevano la esistenza del loro comune. Federigo aveva fatta correre la voce, che appena spirata la tregua, gli avrebbe rimessi no' loro antichi borghi e distrutta la città che ora monumento perenne di scorno alla dignità imperiale. Onde essi, cedendo alle insinuazioni degli emissari di Federigo, ne ottennero la grazia e i privilegi tutti di libero comune a patto di partirsi dalla lega e sobbarcarsi ad una disonorevole cere-monia. Nel marzo del 1183 tutti gli abitanti uscirono fuori le mura, e vi si lasciarono introdurre da un messo dello imperatore che pareva conceder loro la patria. E accoppiando la ingratitudine con l'infamia, rinnegarono il battesimo della lega, e il nome di Alessandria fu mutato in quello di Cesarea, ma i posteri, più giusti o meno stretti da necessità, ripigliarono, e lo ritennero poi sempre, il nome di Alessandrini.
      I Lombardi nondimeno, tanto più tenaci a mantenere il vincolo federativo, quanto più si vedevano aggrediti dalle arti e fraudi imperiali, non cessavano di stringere pratiche per convertire la tregua in fermo trattato di pace. Vuoisi che Enrico, desiderando di esser associato dal padre alle due corone d'Italia e d'Alemagna, e volendosi per ciò acquistare lo affetto degli Italiani, inducesse Federigo a riprendere i negoziati del congresso di Venezia, e tanto si adoperasse finché lo spinse a mandare a Piacenza suoi plenipotenziarj Guglielmo vescovo d'Asti, il marchese Enrico il guercio, un frate Teodorico, e Ridolfo suo ciamberlano. Vi andarono tosto i deputati de' comuni della lega, e si posero senza indugio a discutere intorno alle condizioni della pace. Ed a forza di tirare dall' una parte e dall' altra, stabiliti i preliminari,1 messi imperiali e deputati
      4 II Muratori, loc. cit. ne pubblicò i documenti: Colloquium primumStoria ilei/'ornimi italiani. — I. 51


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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