Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TE11ZO.
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      scoria di sette nobili uomini per indurlo a tornare a Roma. Accolse l'invito, ma non si attentò d'andare prima che fossero stabiliti i patti, per la sicurtà sua, tra lui e il senato romano. Deputò il vescovo d'Ostia ed altri due cardinali, e dopo lungo discutere si concluse: starebbe il senato, ma giurerebbe fedeltà al pontefice, e porrebbe nelle mani di lui tutte le regalie. Alessandro III nel dì 12 marzo del 1178, rientrò trionfante nella metropoli del mondo cristiano a riposarsi fra le delizie del palazzo apostolico. Verso agosto recossi a Tuseulo. L' antipapa Callisto, benché sentisse rammarico della riconciliazione tra Federigo ed Alessandro, forse sperando che la non avesse a durare, o pensando che lo spirito repubblicano produrrebbe nuovi disturbi in Roma, deliberato di sostenere i propri diritti, si ritrasse a Viterbo fino a che lo imperatore gli comandò di sottomettersi sotto pena di essere posto al bando dello impero. Non perciò s' indusse a cedere; ma essendosi riparato in Jlontalbano, corse ad assediarlo lo arcivescovo di Magonza. Costui che prima aveva devastati quei luoghi a nome dello imperatore, ora gli devastava a nome del papa. Andò arditamente a Viterbo; la plebe fu obbediente a riconoscere Alessandro, ma i nobili riluttarono e chiesero ajuto al senato e al popolo romano, i quali vi mandarono milizie; onde il papa desideroso di serbare la pace, ingiunse al feroce arcivescovo di astenersi dalle ostilità, frattanto Callisto non avendo più speranza di uscire a buon fine, perde la fede nella causa propria e corse a gettarsi ai piedi d'Alessandro, e ne implorò il perdono. L'ottenne; fu blandito di carezze e d'onori, e mandato governatore a Renevento. ' Una fazione creò un quarto antipapa, che si fece chiamare Innocenzo III, ma circa due anni dopo, fu preso co'suoi complici e confinato alla Cava.
      LVI. Federigo da Venezia erasi recato a Ravenna, e poscia a Cesena. Appressatosi a Bertinoro, voleva averne il possesso, mentre vi erano due cardinali mandati dal papa ad impossessarsene, poiché il conte eh' era morto al veneto congresso, non lasciando eredi, aveva legati tutti i suoi beni alla sedia di Roma. I cardinali ricusarono di cedere senza lo assentimento
      1 Ronmald. Salern., loc cit.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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